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Massimo Ranieri

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Intervista al poliedrico artista che lunedì sarà a Catanzaro dopo la presentazione del suo ultimo lavoro: “Malìa”

CURIOSO, attento, poliedrico e… in versione jazz. Massimo Ranieri in Calabria, a Catanzaro con “Malìa” «il mio omaggio jazz a Napoli». Così Massimo Ranieri ha presentato il progetto con il quale lunedì 5 dicembre al teatro Politeama alle 21 sarà ospite del Festival d’Autunno, diretto e ideato da Antonietta Santacroce. Non un semplice omaggio ma un tributo in chiave jazz a quelle canzoni che da sempre sono nel cuore del cantante partenopeo.

«La storia di Massimo Ranieri è piena di “sfide” con sé stesso. Cantante, attore e showman non sorprende più per la sua voglia di esplorare nuovi mondi che lo conducono su strade sempre nuove, con cui completa il suo stato di artista a 360°. Malìa è, probabilmente, la sfida più difficile affrontata nella sua lunga e articolata carriera – hanno fatto sapere dal Festival – Non la solita operazione nostalgia con cui Ranieri calca i palcoscenici di mezzo mondo, ma un percorso affrontato con il supporto di musicisti jazz che il mondo intero ci invidia: una band all-star formata da Enrico Rava, alla tromba e al flicorno, Stefano Di Battista, ai sax alto e soprano, Rita Marcotulli al pianoforte, Stefano Bagnoli, alla batteria, e Riccardo Fioravanti, al contrabbasso».

Una scuderia di jazzisti dal certificato talento e un interprete come Ranieri che non ha certo bisogno di presentazioni.

«Al Teatro Politeama di Catanzaro mostrerà questa nuova immagine artistica e umana che va oltre le mode e i cliché, regalando emozioni forti fatte di tecnica, virtù, sentimento, cuore e testa. Le grandi canzoni napoletane degli anni ‘50 e ‘60 rivivranno nella nuova ed elegantissima veste musicale esaltando anche canzoni meno conosciute, oltre alle amatissime” “Anema e core”, “Resta cu ‘mme e Io”, ‘na chitarra e ‘a luna. Non mancherà nel corso della serata un tributo all’amato amico Pino Daniele».

Di più. Dopo l’uscita del cd “Malìa – parte seconda” , ancora con la produzione di Mauro Pagani.

Ma chi è Massimo Ranieri?

«Massimo Ranieri. Uno che fa spettacolo e fa questo mestiere da molti anni…», dice al telefono prima che cada la linea. Ma lui, oltre ad essere cordiale, è anche capace di chiedere scusa: «Sa com’è? Nei teatri la linea va e viene…».

Perché Ranieri, manco a dirlo, sta facendo le prove pomeridiane in uno dei teatri italiani che puntualmente lo ospitano e fanno sold out. Eccoci di nuovo collegati…

Di certo lei è un artista che si mette in gioco. E lo fa anche con Malìa di cui oggi esce il secondo volume. Un progetto che vedremo dal vivo lunedì al Politeama di Catanzaro per il Festival d’autunno…

«Assolutamente. È un progetto meraviglioso a cui pensavo da anni. Quando con Mario Pagani siamo stati convinti, non sicuri, lo abbiamo messo in campo con questi sublimi musicisti. È una cosa di cui sono molto orgoglioso e spero ci sia il terzo Malìa».

Quest’estate con questo progetto ha aperto Umbria jazz… Nel festival jazz italiano per antonomasia, lei ci porta anche la canzone napoletana rivisitata alla sua maniera. Come dire: senza confini e steccati di genere…

«Io non ho proprio confini, cerco di non averli. In un appartamento completamente pulito cerco sempre l’angolino con la polvere per poter portare allo splendore quel che magari è nascosto. E poi sono molto curioso. Credo che chi è curioso ha più prospettive rispetto a chi lo è poco. Sono curioso anche con la musica, con le canzoni…Vado a scavare e lo faccio con le unghie e non con la zappa per non danneggiare quello che c’è sotto. Un po’ come fanno gli archeologi».

Un archeologo della musica, dunque?

«Addirittura – si mette a ridere – Cerco solo di avere la dolcezza, l’ amore e l’attenzione che hanno loro nello scavare». Quale canzone non ha ancora cantato? «Beh, sono tante. Adesso dopo l’uscita del disco prevista oggi e dopo aver capito che bambino è, come si comporta e come viene accolto dal pubblico, con Pagani inizieremo a lavorare magari a Malìa 3. Vedremo».

Musica a parte, a cosa non rinuncerebbe mai?

«Alla musica: quello è! E non per mestiere ma per la musica in quanto tale. Basti pensare che quando nasciamo facciamo un vagito: la prima, meravigliosa nota».

Si avvicina Natale che auguri fa Massimo Ranieri?

«I miei auguri sono intanto prospettici e di prospettiva. Spero che Babbo Natale in questi tempi molto duri, metta sotto l’albero per prima cosa un po’ di serenità . Qualche soldino in più poi non guasta per chi deve unire il pranzo con la cena. E per l’anno prossimo auguro un futuro più roseo».

E la Calabria?

«Ma la Calabria è la mia terra, è casa mia! E poi come disse D’Annunzio, Reggio Calabria ha il più bel chilometro d’Italia». E ai calabresi che dice? «Li saluto “tanto affetto” », dice simulando l’accento ed è subito spettacolo!

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