X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

In aula per la verità. Inizia oggi a Vibo il processo per la morte di Federica Monteleone, la sedicenne deceduta dopo il blackout in sala operatoria. Il gup, Gabriella Lupoli, sarà chiamato ad esaminare la posizione dei nove indagati per il quale il pm Fabrizio Garofalo ha chiesto nello scorso luglio il rinvio a giudizio dopo lunghe e accurate indagini. Tra le accuse omicidio colposo e istigazione alla corruzione.
C’è comprensibile attesa nell’opinione pubblica vibonese ma anche regionale e nazionale per l’avvio del procedimento giudiziario al fine di accertare le responsabilità relative alla morte di Federica Monteleone. Un nome diventato ormai un simbolo di lotta contro la malasanità anche grazie alla battaglia civile oltre che umana e sociale affinchè fatti simili non abbiano più a ripetersi, condotta da Anna Sorrentino e Giuseppe Monteleone, genitori della sfortunata studentessa di Vibo Marina, che ha visto tutti i suoi sogni infrangersi alla soglia dei sedici anni, quando la vita ti sorride e l’idea della morte non ti sfiora lontanamente. Il gup, Gabriella Lupoli, sarà chiamato ad esaminare la posizione dei nove indagati per il quale il pm Fabrizio Garofalo ha chiesto nello scorso luglio il rinvio a giudizio dopo lunghe e accurate indagini condotte dal luogotenente dei carabinieri, Nazzareno Lopreiato.
L’accusa contestata a tutti gli indagati è di omicidio colposo in concorso con l’aggiunta di altri reati per qualcuno. I nove sono Francesco Costa, medico anestesista che assisteva Federica nel corso dell’intervento di appendicite che doveva risultarle fatale; Francesco Talarico, ex direttore generale dell’Asp; Alfonso Luciano ex direttore sanitario aziendale; Piero Schirripa direttore sanitario dell’ospedale Jazzolino dove si consumò il dramma; Roberto De Vincentis all’epoca direttore dei servizi tecnici dell’ Asp; Nicola Gradia responsabile di un settore dei servizi tecnici; Antonino Stuppia titolare dell’impresa che eseguì i lavori nella sala operatoria; Antonio Bruni ex consulente incaricato di seguire i lavori relativi all’impianto elettrico nella sala operatoria; Matteo Cautadella medico con compiti di direzione sanitaria dei presidi ospedalieri dell’Asp. Oltre che per omicidio colposo il pm ha chiesto il rinvio a giudizio del reato di istigazione alla corruzione per Francesco Talarico e di falsità ideologica per Antonino Stuppia. Pertanto riflettori puntati questa mattina sul palazzo di giustizia anche per la presenza dei genitori di Federica che di costituiranno parte civile così come ha annunciato analoga decisione la Regione Calabria.
Maria Sorrentino ha confermato che il suo legale ha chiesto da tempo ulteriori indagini per acclarare eventuali responsabilità dell’intera equipe presente in sala operatoria. , ci ha dichiarato Maria Sorrentino. Da parte sua Cittadinanzattiva, rappresentata a Vibo da Tina Priolo, si appella per l’ennesima volta . Numerosi e agguerriti gli avvocati del collegio difensivo, decisi a dare battaglia con una una serie di eccezioni preliminari. L’udienza è prevista per le 11. Federica è morta all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza il 26 gennaio 2007. Sette giorni prima era stata ricoverata all’ospedale di Vibo Valentia per sospetta appendicite acuta e i medici optarono per l’intervento chirurgico. Il dramma si consuma in sala operatoria. Di colpo si verifica un blackout che mette fuori uso la strumentazione. Sono momenti convulsi . Si cerca di adottare interventi manuali e di attivare la strumentazione di emergenza.Tutto inutile. Al ritorno della corrente i medici si accorgono delle condizioni gravissime di Federica che verrà trasferita a Cosenza senza più riprendere conoscenza.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE