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E’ stato rinviato al prossimo 19 novembre il processo a carico delle nove persone indagate per la morte di Federica Monteleone, la studentessa morta dopo un’operazione di appendicectomia eseguita nell’ospedale di Vibo Valentia. Dopo le prime due udienze preliminari presiedute dal gup Gabriella Lupoli, nel corso delle quali sono state ammesse le richieste di costituzione di parte civile dei familiari di Federica, della Regione e di “Cittadinanzattiva”, ieri sono intervenuti in sede di udienza preliminare i legali degli indagati i quali hanno chiesto il proscioglimento per i loro assistiti. Nel corso dell’udienza sono intervenuti anche gli avvocati delle parti civili: Cantafio per il padre e i nonni di Federica, Rossa per la madre, Fronte per “Cittadinanzattiva” e Fonte per la Regione. Il gup si è riservato di decidere sulle richieste di rinvio a giudizio nel corso della prossima udienza, quella di mercoledì prossimo, durante la quale il pm Fabrizio Garofalo interverrà per sostenere le ragioni dell’accusa. Vanno tutti prosciolti, dicevamo, gli indagati per la morte di Federica Monteleone. È quanto hanno sostenuto i difensori delle nove persone per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio in relazione al decesso della sedicenne avvenuto nel gennaio del 2007 dopo un intervento di appendicite effettuato nell’ospedale di Vibo Valentia. Secondo i legali, per tutti gli indagati non si profila alcuna responsabilità, in relazione alle rispettive funzioni, per la morte della giovane in quanto non c’è stata alcuna condotta colposa. Gli indagati per i quali la Procura di Vibo Valentia ha chiesto che vengano processati sono Francesco Costa, anestesista; Francesco Talarico, ex direttore generale dell’Azienda sanitaria; Alfonso Luciano, ex direttore sanitario dell’azienda; Piero Schirripa direttore sanitario dell’ospedale; Roberto De Vincentis all’epoca direttore dei servizi tecnici; Nicola Gradia, responsabile di settore dei servizi tecnici; Antonino Stuppia, titolare dell’impresa che eseguì i lavori nella sala operatoria; Antonio Bruni, ex consulente incaricato di seguire i lavori, e Matteo Cautadella, medico.

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