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Momenti di assoluto terrore quello vissuto ieri da una squadra di archeologi impegnati in una campagna di scavo diretta dal professore Francesco Scuteri, dell’Università della Calabria, nel sito di contrada Mella ad Oppido Mamertina nella Piana di Gioia Tauro.
La zona archeologicasi trova a circa sei chilometri dalla cittadina di Oppido, poco più a sud della vecchia città distrutta dal terremoto del 1783. La località si trova su un’altura circondata da profondi valloni dai quali si congiungono al fiume Petrace piccoli torrenti. L’abitato identificato come l’antico Mamertion è riconducibile al periodo Italico e precisamente al popolo dei “Taureani”. Alcuni operai che lavoravano nelle attività di scavo originari di Oppido, ieri, intorno alle ore 12 e 30 si stavano recando al cantiere a bordo di un Fiat Fiorino quando giunti in località Fallusa nei pressi di una fontanina a circa un chilometro dal luogo dove di stava scavando, si son dovuti fermare per togliere alcuni rami caduti per le abbondanti piogge dell’altro ieri.
E proprio mentre erano impegnati a liberare la strada, dalle campagne circostanti
è sbucato un uomo con il passamontagna in testa armato di fucile che ha esploso
al loro indirizzo alcuni colpi di fucile senza colpire nessuno forse di proposito. I cinque operai di fronte a quella scena sono fuggiti a piedi in direzioni diverse abbandonando il mezzo sul quale viaggiavano allontanandosi
precipitosamente. Raggiunto il paese a piedi qualche ora dopo hanno dato l’allarme chiedendo l’intervento dei Carabinieri. Sono stati proprio i militari
dell’Arma , ritornando sul luogo della pesante intimidazione a scoprire che il Fiat Fiorino era stato completamente dato alle fiamme.
Immediati sono scattati vasti controlli nella zona, ma della presenza dell’uomo incappucciato nessuna traccia. Quest’ultimo ha avuto tutto il tempo per dileguarsi tranquillamente, potendo contare su un ampio margine di tempo.
Le indagini su questo ennesimo grave atto intimidatorio vengono dirette dal capitano Pasquale Sasso Iovine comandante della Compagnia di Palmi e coordinate
dalla Procura della Repubblica palmese.
I cinque operai vittime dell’agguato sono stati sentiti a lungo dagli inquirenti così come l’archeologo e lo staff di esperti che segue le operazioni di scavo. Si cerca di capire il movente dell’episodio che ha allarmato l’intera cittadina
aspromontana che cerca di uscire fuori dall’isolamento territoriale nel quale era stata confinata anche puntando sulla rivalutazione del suo enorme patrimonio storico e archeologico. L’abitato di contrada Mella riveste infatti una particolare valenza storica perché è l’unico abitato italico scavato e messo in luce sia pure ancora parzialmente, nella Calabria tirrenico meridionale.
L’area oggi è in gran parte di proprietà comunale che l’ha acquisita proprio ai fini della sua valorizzazione. E il sindaco di Oppido Memertina Giuseppe Rugolo ieri ha espresso la solidarietà della città agli operai presi di mira e agli archeologi. «Indubbiamente – ha commentato Rugolo – si tratta di una brutta pagina di cronaca che il nostro territorio non merita. Putroppo, anche di fronte ad un’attività importante, finalizzata al recupero di una sito di grande valenza
storica non solo per la mia comunità ma per tutta la Calabria, non mancano coloro che cercano di impedire con tutti i mezzi che ciò avvenga. Mi auguro che le forze dell’ordine facciano il possibile per fare luce sulla vicenda ed impediscano il ripetersi di altri atti del genere».

Michele Albanese

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