X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

Cercare la vittoria usando sempre e comunque il (bel) gioco come viatico può, a volte, essere controproducente. Ne è testimonianza la gara che il narcisistico Catanzaro ha impattato contro uno scorbutico Noicattaro che, facendo leva su una buona disposizione difensiva e sul pessimo stato del manto erboso del Ceravolo che penalizzava oltre misura la squadra che avrebbe dovuto fare la partita per vincerla, ha portato a casa un pareggio anche meritato per quel che sono state le risultanze complessive della gara.
Partita come una giornata di festa e di celebrazioni in casa giallorossa con la coreografia della curva ovest che ha ricordato, come ogni anno in questo periodo, il compianto Massimo Capraro, la giornata alla fine è risultata alquanto negativa visto il concomitante risultato dell’antagonista Cosenza che,
piegando il Melfi, ha scavato il divario che gli consente di essere campione d’inverno con una giornata di anticipo sul calendario fissato.
Si dirà, da parte di Provenza, che bisogna guardare esclusivamente al campionato della propria squadra ed è certamente vero ma i due punti lasciati al Noicattaro sono comunque una pesante ipoteca che potrebbe gravare sui destini finali dei giallorossi.
Buona, come detto, la disposizione iniziale dei pugliesi con il tecnico Sciannimmanico che, consapevole dei limiti della propria squadra capace di raccogliere solo quattro pareggi nelle precedenti uscite in trasferta, presenta il Noicattaro con una coperta di tre difensoricui si aggiungono gli esterni De Giorgi e Mercurio in fase difensiva e con una cerniera di centrocampo formata dall’esperto Menolascina e dal giovane Piccinni. Giubilati i senatori Coppola e De Florio è quindi sulla forza e sulla prestanza fisica che si appoggia il tecnico nojano per uscire indenne dalla sfida contro Provenza che invece, persi Ciano e Gimmelli, affida la fascia di capitano a Mancinelli, le maglie da titolari a F. Montella e Di Meglio (al rientro dopo circa dieci mesi dall’ultima uscita da titolare) e l’attacco alla solita coppia pesi leggeri formata da Caputo ed A. Montella. Riuscire a stare in piedi è già un impresa e così le azioni da rete vere e proprie latitano da entrambi le parti tanto che si contano solo una deviazione aerea di Rana al 4′ per gli ospiti e la risposta di A. Montella al 7′ che conclude oltre la traversa su passaggio smarcante di Caputo. Proprio Caputo appare essere quello maggiormente in difficoltà all’inizio della gara a causa del terreno di gioco visto che raramente riesce a mettersi in moto in maniera produttiva tanto che ne approfitta il Noicattaro per mettere fuori la testa conquistando tre angolo quasi consecutivi. Sugli sviluppi dell’ultimo, tirato da Colluto, Lollini è bravo e fortunato a trovare una voleè di destro che fredda Mancinelli e si insacca sotto la traversa. Il Catanzaro, nel tentativo di risalire la china, si affida ai calci da fermo con due punizioni di Caputo da buona posizione che s’infrangono però sulla barriera. Proprio il Conte Max, però, al 35′, cava dal cilindro una autentica magia. Arpiona infatti una palla allungatagli da Zaminga sulla tre quarti e, fatti pochi passi, lascia partire, dalla destra, sempre con il suo sapiente sinistro, una bordata che si infila sotto la traversa del lato opposto dell’esterrefatto Sassanelli. Gran gol, dunque,che rianima igiallorossi che vanno vicini al raddoppio grazie a settepolmoni Zaminga che però, giunto al limite, scarica fuori da buona posizione dopo una azione ben manovrata.
Dopo la celebrazione, nell’intervallo, con tanto di cori, striscioni e premiazione, dei tre deltaplanisti giallorossi che hanno “violato” il terreno
del San Vito, la ripresa inizia con il Catanzaro ancora vicino a gol con lo stesso Zaminga che spara però ancora alto dopo una percussione di Montella. Sembra l’inizio del forcing giallorosso ed invece è solo un fuoco di paglia con il Catanzaro che, col passare dei minuti, trova sempre più difficoltà ad imbastire azioni d’attacco pericolose. Provenza, nel tentativo di sparigliare le carte inserisce però solo uomini veloci continuando quindi il gioco di fioretto invece che una forse più opportuna clava con il risultato di ottenere solo un paio di mischie in un area avversaria ben difesa dai giganti nojani e comunque priva di sufficienti maglie giallorosse non bastando neanche l’ingresso, a pochi minuti dalla fine, di Rino Frisenda comunque nuovamente in campo anch’egli a distanza di lungo tempo (ben nove mesi) dal doppio infortunio ad anca e ginocchio. Il fischio finale consegna comunque una curva tutto sommato soddisfatta tanto da chiamare a gran voce i suoi beniamini ed il loro condottiero capaci di inanellare sedici gare consecutive senza sconfitte.

Antonio Ciampa

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE