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Negli anni scorsi denunciò di essere stato messo alle corde dagli estortori, di aver pagato il pizzo per alcuni anni, dal 2001 al 2003, di aver poi reagito e di non aver più pagato, ma nel corso degli anni Francesco Dipalo, di 47 anni, residente ad Altamura e titolare di una azienda a Matera ha continuato a subire minacce, intimidazioni e aggressioni. Ora sull’imprenditore si addensano nuovi e più forti motivi di apprensione: l’uomo è scomparso da venerdì scorso.
Si è allontanato da casa dicendo ai suoi che andava in farmacia. Con sè aveva poche decine di euro: da quel momento non si ha più notizia di lui. La scomparsa è stata denunciata ieri dalla sua famiglia – moglie e due figli, un maschio e una femmina – alla questura di Matera. Con quella questura Dipalo ha sempre avuto un rapporto piuttosto stretto. Lì a Matera ha sede la sua azienda che produce vasche per idromassaggio e lì, in quella questura, ha più volte denunciato le vessazioni alle quali la malavita lo costringeva. Lo ha fatto l’ultima volta anche poche ore prima di allontanarsi da casa. Non si sentiva sicuro Dipalo, chiedeva protezione allo Stato, avvertiva di vivere in una condizione di precarietà.
Ma nonostante tutto questo, gli investigatori sono orientati a credere che l’uomo possa essersi allontanato di sua volontà per una qualche ragione. Forse in un momento di depressione. Certo è che l’intera zona è stata battuta – e lo è tuttora – da decine di uomini, carabinieri di Altamura e polizia di Matera. «Lo stiamo cercando quasi casa per casa – spiegano al comando di Bari dell’Arma – stiamo sentendo persone a lui vicine, nella speranza di avere qualche indicazione del posto dove lo si possa trovare». Ricerche che si sono svolte anche con l’impiego di un elicottero dei carabinieri e che proseguiranno anche nella notte. Nella zona – e non solo – Dipalo è molto conosciuto. In tutti questi anni non è mai stato lontano dalle cronache. Dopo aver denunciato di essere stato costretto a pagare il pizzo la sua vita è stata una specie di inferno: aggressioni e ritorsioni, sotto casa o in azienda. La scorsa estate due auto incendiate nel piazzale della sua azienda. Episodi sui quali indagano i magistrati di Matera e di Bari. Ma evidentemente non si è mai sentito tutelato, protetto a dovere: proprio per attirare attenzione, il 3 novembre scorso, nella sua azienda si era cosparso di benzina minacciando di darsi fuoco: in interviste successive raccontò di non aver avuto una reale intenzione di farsi del male, ma di aver voluto attrarre attenzione su di sè da parte della giustizia e delle forze di polizia e chiedere tutela. In conseguenza del suo gesto, a Dipalo pare sia stata fornita una specie di vigilanza, giri di controllo più frequenti delle forze di polizia nei pressi della sua azienda, a Matera, e della sua abitazione, ad Altamura.
La sua scomparsa, tuttavia, almeno fino a questo momento non assume i contorni della tragedia. Oltre agli investigatori, anche la sua famiglia propende per un allontanamento volontario. Sua moglie, Laura Lorusso, dice di non voler fare appelli: «Chiedo solo – afferma – che se qualcuno ha visto o incontrato venerdì pomeriggio mio marito, lo riferisca ai carabinieri o alla polizia». E anche lei pensa che lui non possa essere andato lontano: «Era a piedi e aveva pochi soldi con sè. Ora l’unica cosa che so è che sto malissimo».

(Fonte: Ansa)

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