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Tenersi stretto il primato in classifica non significa bere acqua rafferma facendo finta di essere sui monti della Sila davanti ad una sorgente. E allora applausi a scena aperta a calciatori, tecnico e società per girone d’andata e titolo di campione d’inverno, ma anche una raccomandazione ai posti di comando: di analizzare la salute della squadra che anche ieri con il Pescina ha fatto vedere un film indigesto. Solo per il carattere di alcuni e la corsa di Bernardi, capace di guadagnare un penalty allo scadere, non siamo qui a raccontare una sconfitta. Che poteva essere clamorosamente una vittoria se Spinelli non avesse fallito maldestramente l’occasione allo scadere con il portiere fuori dai pali. Sarebbe stata una punizione eccessiva per il Pescina (ridotto in dieci uomini), una squadra normale, con il solito e stucchevole tic toc a centrocampo e un vantaggio fortuito frutto di un errore rossoblù e di un rimpallo galeotto. Quello che ha più colpito dagli spalti è come il Cosenza ha giocato la gara: senza grinta, apatica, seppure dinanzi ad una occasione ghiottissima per allungare sulle rivali.
Terminato il girone d’andata, lo possiamo dire, ribadendo il concetto che facciamo nostro dall’inizio del torneo, i Lupi hanno bisogno di qualche correttivo. E se vogliamo dirla tutta, gli indizi portano agli esterni (difesa e attacco) e alla fase finalizzativa, dove Polani, Galantucci e Cantoro hanno nesso a segno solo 12 gol in tre. Pochi. Discutiamo di un problema che parte da dietro dove, una squadra costruita volutamente con due mediani, quando non funzionano gli esterni e senza un talento capace di cambiare la sfida, fa soffrire le punte costrette a fare tutto da se. Come ieri, dove, nel primo tempo
non si è vista, una soluzione (una) che potesse favorire gli attaccanti. Sempre che non si voglia cambiare schema e si pensi anche all’acquisto di un regista in mezzo al campo.
OBIETTIVO PRIMA DIVISIONE
Il Cosenza ha un unico obiettivo, quello della vittoria del torneo, ma per essere più sicuri di fare centro è necessario dare qualche arma in più all’allenatore. Migliorare si deve e si può.
CRONACA
Cosenza rimaneggiato, ma sin da subito senza il carattere che serviva in una simile occasione. Passano venticinque minuti e l’unica nota è il cartellino giallo per Danti (simulazione). Tiene palla, ma senza rendersi pericoloso il Pescina, mentre i rossoblù attendono che succeda qualcosa e senza determinazione. Al 37’ due corner di fila per i padroni di casa non sortiscono nessun effetto. Quarantacinque minuti, forse i peggiori della gestione Toscano, senza un tito in porta.
Nella ripresa il tecnico rossoblù inserisce Lele Catania al posto di Profeta. Le immagini del brutto stilistico del primo tempo hanno lasciato il segno e si spera nella riscossa rossoblù. Sarà una mezza delusione. Catania prova a farsi notare, ma dopo un avvio frizzante via via si spegne. Tanto che al minuto numero 56 il Pescina passa in vantaggio. Laboragine entra in area, dopo un rimpallo la sfera termina ad Arcamone che supera Ambrosi proprio sotto la curva sud. Il Cosenza prova a scuotersi e una mano arriva anche dalla superiorità numerica per il doppio giallo inflitto a Locatelli. Corre il minuto numero 64 quando su punizione dal vertice destro, Cantoro sferra un bolide che scheggia la base del palo. Sempre Lucas Cantoro, poco assistito dal reparto, manda a lato di testa al 73’. Il pubblico prova a suonare la carica ad un Cosenza paralizzato.
Toscano gioca il tutto per tutto sostituendo Danti e Musacco per Carli, schierato in attacco, e De Miglio. Proprio Carli di testa sfiora il pari. Sembra una gara stregata ma nessuno aveva fatto i conti con Bernardi che lotta come un leone, entra in aerea e viene atterrato. Manca un giro di lancette al novantesimo. Cantoro segna di potenza piegando le mani al portiere. E così, nel recupero, la sorte consegna sui piedi di Spinelli la palla della vittoria. Incredibile errore e urlo del gol strozzato in gola a porta vuota. Finale amaro.
TENSIONE NEL FINALE
A fine gara la squadra si è recata sotto la Curva Nord. Qui però avviene il battibecco tra alcuni giocatori e alcuni tifosi: accuse e improperi per la scialba prestazione. Poi tutto si è chiarito qualche ora più tardi nel corso della trasmissione Diretta Stadio su Radio Sound.

Alessandro Russo

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