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di TERESA ALOI
Prima il diverbio. Poi, in pochi istanti, dalle parole si era passati ai fatti. Alla fine, lui, 65 anni, di Pentone, comune presilano alle porte di Catanzaro, si era ritrovato nel reparto di Urologia dell’ospedale Pugliese per “un trauma testicolare e per una lombalgia post trumatica”.
Ieri, per quel calcio nelle parti intime, costato un testicolo, il giudice Rosario Murgida (cancelliere Marco Ferraiuolo) ha condannato Michele Fava, assistito nel procedimento dall’ avvocato Pierino Gemelli, a un anno di reclusione con l’accusa di lesioni gravi.
Per lui, il pubblico ministerodi udienza Cinzia Santo aveva chiesto due anni.
La lite era avvenuta il primo luglio di quattro anni fa quando, in un pomeriggio di estate, intorno alle 14, l’uomo stava entrando nel bar del paese, nei pressi della sede comunale. Era stato allora che si era sentito apostrofare malamente dal compaesano che stazionava nei pressi dell’esercizio pubblico. Aveva fatto finta di nulla, evitando di ascoltare ciò che gli veniva detto ed era entrato nel bar ugualmente. Lì, però dopo pochi minuti era stato raggiunto da chi, passando dalle parole ai fatti, lo avrebbe strattonato violentemente.
Solo grazie al tempestivo intervento delle persone che erano nel bar – tra cui il titolare – i due erano stati allontanati. O meglio. Lui nel bar ci era rimasto per fugare l’agitazione e per farsì che la situazione si normalizzasse.
Per permettere che la lite decantasse e che tutto potesse tornare alla normalità. Ma non così non era avvenuto. Poiché secondo il racconto della vittima, Michele Fava in quel locale ci era tornato. Pochi minuti e gli si era nuovamente scagliato contro, sferrandogli un violentissimo calcio ai testicoli tanto da provocargli un dolore fortissimo da farlo cadere a terra.
Immediato era stato l’intervento dei carabinieri della locale stazione, avvertiti dal proprietario del bar e l’arrivo di un’ambulanza. Da lì, al pronto soccorso del nosocomio cittadino il passo era stato breve.
Qui, i medici, subito dopo aver effettuato gli accertamenti clinici d’urgenza, avevano refertato un trauma testicolare e una prognosi di 15 giorni, nonostante qualche tempo dopo, sempre nella stessa struttura ospedaliera, l’uomo era stato sottoposto ad un intervento chirurgico per la verifica e la riduzione dell’ematoma provocato dal calcio.
Per tutto ciò il pubblico ministero, titolare del caso, Cristina Tettamanti aveva aperto un fascicolo nei confronti di Michele Fava per il reato di lesioni personali (con la successiva asportazione del testicolo) «per aver aggredito la vittima sferrandogli un calcio ai testicoli da cui erano derivate lesioni e l’indebilimento degli involucri testicolari».
Successivamente, la vittima, assistita dall’avvocato Aldo Casalinuovo, aveva ritirato la costituzione di parte civile, essendo intervenuto il risarcimento del danno, ma il procedimento, conclusosi ieri, era proseguito ugualmente trattandosi di un reato procedibile di ufficio.

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