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Gli inquirenti avrebbero individuato il presunto killer di Domenico Cavaleri, l’operaio forestale trentanovenne assassinato a Locri in via Dante, di fronte alla Scuola Media «Maresca» dove – come era solito fare ogni giorno – stava attendendo l’uscita di un proprio figlio che frequenta l’istituto.
Autore del delitto sarebbe un giovane, attualmente irreperibile, il quale avrebbe così vendicato il proprio padre verso il quale la vittima avrebbe compiuto un’azione poco ortodossa, pare per vendetta contro uno schiaffo.
Gli investigatori sembrano comunque certi che il delitto non sia riconducibile alla vecchia faida tra i Cordì ed i Cataldo che insanguinò la città negli anni novanta.
Locri intanto è sotto schock. Un episodio inquietante che ha colpito l’intera comunità la quale da qualche tempo aveva incominciato a riassaporare il gusto della tranquillità e della rinascita grazie anche alle attività socio-culturali poste in essere dall’Amministrazione comunale e della associazioni esistenti in città. Il sindaco di Locri, Francesco Macrì, giunto sul luogo del delitto ha espresso «preoccupazione e condanna per la gravità dell’episodio delittuoso perpetrato da ignoti. Un attentato che sicuramente non può in nessun modo intralciare il cammino e la volontà dell’Amministrazione che lavora per il rinnovamento ed il cambiamento della città».
Secondo Macrì, «lo Stato, sempre presente e al fianco dell’Amministrazione nella lotta per il rinnovamento del paese, per l’affermazione della legalità, per la giusta libertà dei cittadini, alla luce dei fatti deve sicuramente ripensare e valutare altre modalità di intervento finalizzate a garantire la tranquillità del comprensorio».

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