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La Procura di Locri ha emesso un provvedimento di fermo nei confronti di Andrea Megale, di 32 anni accusato di essere il responsabile dell’omicidio di Domenico Cavaleri.
Il decreto con cui si dispone il fermo di Megale, con l’accusa di omicidio volontario aggravato, è stato emesso dal pm Giovanna Cannarile, che coordina l’inchiesta sull’omicidio di Cavaleri. Dalle indagini per accertare il movente dell’assassinio è emerso che l’episodio relativo allo schiaffo con cui Cavaleri, il giorno precedente l’omicidio, avrebbe colpito il padre di Megale, nel corso di una partita a carte in un bar di Locri, sarebbe stato soltanto l’ultimo di una serie di contrasti tra i due. Lo schiaffo avrebbe indotto Andrea Megale a meditare la vendetta, organizzando l’agguato messo in atto nella tarda mattinata di ieri davanti la scuola media Maresca di Locri, dove Cavaleri era andato a prendere il figlio.
LE INDAGINI
Ma Andrea Megale, al momento risulta ancora irrintracciabile. L’autore del delitto, però, è stato identificato poche ore dopo il delitto e subito sono scattate le ricerche da parte di polizia e carabinieri, ma al momento nessuna traccia. Per vendetta, ha sparato cinque colpi con una pistola calibro 7.65, due dei quali hanno raggiunto la vittima alla testa. L’uomo, tra l’altro, ha agito a volto scoperto, raggiungendo la sua vittima mentre attendeva l’uscita del figlio da scuola, di fronte a numerosi testimoni. L’episodio dello schiaffo è stato confermato anche dal padre di Megale alla polizia. Cavaleri era figlio di Maria Cordì, la sorella di Cosimo ed Antonio Cordì, i capi della cosca morti entrambi, il primo ucciso in un agguato nel 1997 ed il secondo deceduto a causa di un tumore che lo colpì mentre era in carcere.

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