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Ieri mattina i Carabinieri hanno perquisit il cimitero di Serra D’Aiello, situato a poche centinaia di metri dall’Istituto Papa Giovanni, per andare alla ricerca degli scomparsi.
In azione i carabinieri del Reparto Operativo, Nucleo Investigativo, di Cosenza e quelli della stazione di Aiello Calabro. Il sospetto della procura di Paola, che da qualche settimana sta indagando sulle ipotesi di omicidio e occultamento di cadavere, è che alcune delle persone scomparse dalla struttura possano essere state sepolte proprio, senza nome, senza una data.
I militari hanno acquisito le cartelle cimiteriali ed effettuato un censimento delle salme, controllando la regolarità della distribuzione dei loculi.
L’attenzione degli investigatori si è concentrata sui loculi privi di nome per capire chi effettivamente vi è stato sepolto. Qualora dovessero emergere delle irregolarità si procederà con le riesumazioni.
«Le indagini – ha detto a tal proposito il procuratore capo Bruno Giordano che indaga insieme al pubblico ministero Eugenio Facciolla – non sono nè semplici, nè facili, nè dai tempi brevi. Queste sono le prime fasi di sondaggio e di verifica. Per questo – ha aggiunto riferendosi sempre alle scomparse e alle morti sospette – non vogliamo lasciare nulla di intentato, anche a costo di commettere qualche errore di percorso. Il meccanismo è avviato per fondatissime ragioni: anche per alcune morti avvenute nell’istituto abbiamo segnali precisi per ritenere che ci sia stata qualcosa di anomalo».
Gli atti acquisiti nel corso del blitz sono ora in mano al procuratore Giordano e al pm Facciolla, che decideranno se dare il via alle riesumazioni.
Intanto, all’inizio della prossima settimana cominceranno gli interrogatori nell’ambito della nuova inchiesta sull’Istituto Papa Giovanni XXXIII.
Per lunedì o martedì dovrebbero esserci le prime convocazioni delle cosiddette persone “informate sui fatti”. Le scomparse denunciate sono cinque, avvenute dal 1996 al 2008. Ma sono di più i degenti, mai dimessi ufficialmente,che mancano all’appello dopo un controllo sui registri del centro di accoglienza. Sarebbero otto gli assistiti entrati e mai dimessi, di cui si hanno più notizie.
Ci sarebbero inoltre alcune intercettazioni telefoniche, due in particolare.
In una conversazione, una donna parlando con un conoscente fa riferimento ad un cadavere trovato nudo in un reparto del Papa Giovanni. Si parla di “un morto trovato sotto la doccia”. Nel dialogo si parla chiaramente di un fatto di quei giorni. Dagli accertamenti disposti dalla magistratura, però, non risulta che nei giorni e nelle settimane precedenti all’intercettazione si sia verificata una situazione di quel tipo. Poi c’è una seconda intercettazione in cui si descrive una circostanza poco chiara, capitata in uno dei padiglioni della struttura sanitaria. Ovviamente nella lista delle persone che verranno sentite in procura abbiamo anche i protagonisti delle intercettazioni telefoniche ritenute di una certa rilevanza.
Infine dalla relazione emergono, fra l’altro, diversi indizi su tutta una serie di morti sospette, che sarebbero state invece certificate come “morti naturali”.

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