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di ALESSANDRO RUSSO
Perde e si avvicina al traguardo il Cosenza. Paradossale, ma vero. Perché la sconfitta di Scafati ha poche conseguenze sulla classifica (il Gela viene fermato sul pari ed è a meno nove) ed anche sul morale.
Danti e Polani squalificati, Parisi portato in panchina soltanto per onor di firma. Eppure, nonostante le assenze preziose, il Cosenza conserva la propria struttura solida ed una qualità enorme dalla cintola in su: in prima linea Toscano lancia Galantucci e Mortelliti e sugli esterni si affida alla rapidità di Catania ed all’estro di Paolo Ramora, ex con tanta voglia di rivalsa. De Rose e Battisti curano la cabina di regia, Moschella infine eredita da Parisi la partnership difensiva con l’inamovibile Braca.
La capolista non vuol lasciare nemmeno le briciole alle inseguitrici e prova subito ad imprimere i propri ritmi alla partita sfruttando gli scambi rapidi tra Mortelliti e Galantucci ed i tagli costanti di Catania. La Scafatese, raccolta in un 3-4-3 estremamente compatto ed equilibrato (ci sono tre punte di ruolo, ma alla fase difensiva partecipano ben nove uomini col solo De Luca svincolato da compiti di copertura) fa “opposizione” con la qualità di Corsale (al rientro da squalifica e preferito a Marzocchi), i muscoli di Basile (chiamato ad “azzannare” Battisti) ed i movimenti anarchici di Izzo (parte da esterno destro, ma si sposta spesso tra le linee). Ma è il Cosenza a fare la partita conquistando supremazia territoriale nel cerchio di centrocampo. Passano appena cento secondi dal fischio d’inizio e De Felice è già costretto agli straordinari per deviare in corner una punizione-bomba di Moschella. La reazione dei locali passa soprattutto dalla qualità degli esterni d’attacco.
La gara è emozionante e spettacolare: merito soprattutto di un Cosenza intraprendente, che sviluppa la manovra con autorità ed arriva facilmente alla conclusione. Basta una leggera amnesia di Marini (19’) per azionare i meccanismi devastanti dell’attacco rossoblù: Ramora raccoglie il disimpegno errato e serve in verticale Mortelliti, che incrocia col destro e chiama De Felice al secondo intervento prodigioso della gironata; sulla respinta si avventa Galantucci che colpisce la traversa a porta sguarnita. La delusione si trasforma in beffa sessanta secondi dopo quando Izzo dal limite, su suggerimento fortuito di Basile, indovina l’angolo lontano con un sinistro di chirurgica precisione.
Lo svantaggio alimenta ulteriormente lo spirito offensivo del Cosenza: il centrocampo alza il baricentro, Moschella continua a sfidare De Felice (al 28’ nuova punizione velenosa e nuovo intervento strappa-applausi del portiere gialloblù), Mortelliti e Galantucci attaccano con costanza la profondità, Battisti si inserisce ed al 29’ alza di un soffio sopra la traversa. De Luca scuote Ambrosi con una punizione dal limite. Nella ripresa non cambia il canovaccio. Corsale all’11’ emula Moschella impegnando severamente Ambrosi, cinque minuti dopo Izzo lancia sulla corsa Varriale, che si decentra troppo lasciandosi chiudere lo specchio da Ambrosi. Toscano dalla tribuna ordina gli ingressi di Musacco ed Occhiuzzi, che sfiorare l’incrocio ed il pari con un gran destro. Continua il forcing del Cosenza, la Scafatese si rintana e ringrazia ancora De Felice che a tempo scaduto vola per togliere dall’incrocio una conclusione di Musacco.

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