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La Guardia di Finanza ha scoperto un «buco» di 22,7 milioni di euro nella gestione del reddito minimo d’inserimento da parte del Comune di Isola Capo Rizzuto. Le fiamme gialle hanno segnalato alla Corte dei Conti tredici persone tra sindaci, commissari, segretari comunali e funzionari del Comune per un danno erariale di pari importo. Dalle indagini, coordinate dal procuratore regionale della Corte dei conti per la Calabria, Cristina Astraldi, è emerso nell’utilizzo dello stanziamento, per un totale di 35 milioni ripartito in diverse annualità e erogato fra il 1998 ed il 2002 con gestione che si è protratta fino al 2007, ci sarebbero state irregolarità nel ricorso reiterato e, secondo l’accusa, abusivo del Comune alle anticipazioni di cassa, fatte in carenza dei requisiti di legge e in difformità dalle procedure previste.
Per le anticipazioni, infatti, è prevista un’apposita e preventiva delibera della Giunta comunale che autorizzi l’ utilizzo dei fondi vincolati dalla cassa comunale che poi deve essere tempestivamente reintegrata. Nel corso dei controlli al Comune, invece, secondo l’accusa, spesso non sono state neanche esibite le delibere. Inoltre, gli elenchi dei soggetti che avevano diritto a percepire il reddito minimo di inserimento non erano compilati correttamente. La finanza ha presentato un rapporto anche alla Procura di Crotone per accertare l’eventuale esistenza di ulteriori aspetti di carattere penale.

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