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di FRANCESCO PAOLILLO
All’indomani del consiglio comunale della città dello Stretto, dove Scopelliti ha spronato i consiglieri del centrosinistra a ribellarsi con un «calcio nel sedere» a Loiero di fronte al silenzio del governatore rispetto al riconoscimento di Reggio città metropolitana, esplode un coro di proteste al quale si uniscono il sindaco di Cosenza, Salvatore Perugini, i presidenti delle Province della città Bruzia, Mario Oliverio, di Vibo Valentia, Francesco De Nisi, e di Crotone, Sergio Iritale. Wanda Ferro, presidente della Provincia di Vibo ed esponente dello stesso partito di Scopelliti ammette che può capitare che in consiglio comunale ci si possa far prendere dalla foga del dibattito politico. «Ritengo però – afferma la Ferro al Quotidiano – che quelle parole siano soltanto state travisate, in caso contrario sarebbero gravi».
La Ferro auspica che l’imminente campagna elettorale «si tenga in un clima di serenità e confronto democratico di cui la Calabria ha certamente bisogno».
La Cisal, addirittura, parla dell’inaugurazione di «una stagione dei veleni» ed il consigliere regionale del Pd, Demetrio Battaglia, afferma che «Scopelliti alimenta un clima pericoloso».
Dalla parte del primo cittadino reggino c’è solo il segretario regionale di Azione Giovani, Daniele Romeo: «E’ nervoso il Governatore Agazio Loiero. Dovrebbe informarsi meglio. Ha sbagliato e, pertanto, dovrebbe chiedere scusa non solo a Giuseppe Scopelliti, ma anche a tutta la città che lui dice di amare. Il suo assomiglia all’amore di chi sta lontano, distanza che lo aiuta a dimenticare quello che l’amata, in passato, ha fatto per lui».
Tornando a Perugini, il sindaco di Cosenza attacca il collega reggino: «Al di là delle appartenenze politiche, sono convinto che, nello svolgimento di importanti ruoli e funzioni istituzionali, il rispetto, anche nel linguaggio, debba essere la prima regola che presiede al corretto andamento della vita civile e democratica ed al rapporto tra i diversi livelli istituzionali nel sistema di governo territoriale».
Ed ancora: «Le espressioni usate all’indirizzo del Presidente Loiero non possono avere diritto di cittadinanza neanche nel corso di una campagna elettorale che tra l’altro, per quanto riguarda la Regione Calabria, è ancora lontana nel tempo. A meno che non ci sia qualcuno che pensi di averla già iniziata, ma in questo caso la partenza sarebbe assai sbagliata».
Ci va duro anche Mario Oliverio: «Ritenevo che il linguaggio da trivio fosse stato definitivamente messo alle spalle. Constato non senza preoccupazioni, rigurgiti di una cultura che rischia di alimentare oggettivamente vande e localistiche che non portano da nessuna parte».
Poi Sergio Iritale: «Qui non siamo più all’asprezza del confronto politico, ma all’imbarbarimento, alla difficoltà intellettuale e culturale di considerare l’avversario non come un nemico da disprezzare e annientare, ma come il rappresentante di storie, ideali, valori solo diversi dai propri. Siamo ormai abituati all’uso, da parte di alcuni esponenti della destra, di atteggiamenti che manifestano una tendenza pericolosa all’intolleranza e all’odio».
Il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Francesco De Nisi, si dice meravigliato: «Le parole in libertà utilizzate nella circostanza da Scopelliti – aggiunge De Nisi – non si addicono a uomini che rivestono importanti responsabilità di governo e che dovrebbero utilizzare un linguaggio più consono al livello istituzionale degli incarichi ricoperti.
L’istituzione della Città metropolitana rappresenta indubbiamente un risultato di straordinaria rilevanza non solo per Reggio Calabria ma per l’intera Regione, ma pur essendo importante esprimere la giusta soddisfazione, non si deve eccedere in autocelebrazioni».
Italia dei Valori include nella polemica le frasi contro Misiti: «Sulla scia dei giudizi sommari di Bocchino, il sindaco Scopelliti ha continuato l’attacco politico al partito di Italia dei Valori e al suo segretario Aurelio Misiti sull’Area Metropolitana di Reggio Calabria, trasformando il Consiglio comunale in una specie di tribunale contro chi non si è mostrato d’accordo con lui. Il linguaggio scurrile verso il presidente Loiero e lo stravolgimento del significato dell’emendamento e dell’ordine del giorno Misiti, quest’ultimo accettato dal Governo, che indicano chiaramente come obiettivo la Città Metropolitana dello Stretto, dimostrano che egli ha cominciato la sua campagna elettorale per la regione fondandola sullo scontro tipo “boia chi molla” tra la città di Reggio e il resto della regione».

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