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«La Calabria, molto prima della tragedia dell’Abruzzo, ha avviato azioni concrete per la prevenzione del rischio sismico, sia negli edifici pubblici, sia attraverso nuove regole per l’edificazione. Affinchè la memoria del grande terremoto del 1908 che distrusse Reggio Calabria e Messina, con i suoi infiniti lutti, non rimanesse un ricordo sterile con la semplice celebrazione di un doloroso centenario, abbiamo deciso l’avvio di una rigorosa politica antisismica». Queste le parole del presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero intervenuto ad un’iniziativa sul rischio sismico “Per un’Italia più sicur”, organizzata dagli “Amici della Terra”.
«Sulla memoria di quella tragedia – aggiunge – abbiamo costruito un valore attivo e pedagogico per i cittadini calabresi e per tutelare ciò che rimane del nostro patrimonio storico-artistico e mettere in sicurezza quello urbanistico. Siamo partiti nel 2007 avvalendoci del supporto tecnico-scientifico della Fondazione ‘Eurocentre’, abbiamo già finanziato lavori antisismici in 515 scuole e riservato altre risorse sui fondi europei. Inoltre – ha proseguito il governatore calabrese
– sono state avviate le consultazioni con le categorie economiche sulla legge che prevederà le nuove regole edilizie e che sarà approvata entro luglio. Ma le risorse regionali sono insufficienti, perchè solo per la messa in sicurezza degli edifici in Calabria potrebbero servire addirittura 3 miliardi di euro, quanti sono stati finora previsti per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina».
Loiero ha anche sottolineato come «non dobbiamo dimenticare che nella recente proposta del piano-casa uno degli elementi di conflitto tra Governo e Regioni è stato proprio sull’idea di derogare ai controlli sulle norme antisismiche per gli edifici. È positivo che la maggioranza abbia cambiato idea e che adesso si punti alla sicurezza delle abitazioni. Tutta la Calabria – conclude Loiero – è a rischio sismico. Su 409 comuni calabresi 261 ricadono in zona 1, quella più pericolosa, mentre gli altri 148 comuni sono censiti a medio rischio».
Punto nodale dell’intervento di Loiero è stata la proposta di utilizzare i miliardi di euro necessari per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina per mettere in sicurezza gli edifici della Calabria dal rischio sismico.
Sostegno per questa proposta è stato manifestato dall’assessore regionale all’Urbanistica e governo del territorio Michelangelo Tripodi: «Quello che aggiungiamo noi però – continua Tripodi – è l’assoluta contrarietà ad un’opera dannosa, devastante dal punto di vista ambientale, costosissima e inutile sia per la Calabria sia per la Sicilia. Il Ponte non deve essere costruito.
E’ impensabile infatti che in un paese martoriato da tragedie come quella accaduta in Abruzzo piuttosto che sostenere con estremo vigore e a tutti i livelli un piano per la messa in sicurezza, la manutenzione, il recupero e la valorizzazione del territorio, si pensi ancora alla realizzazione del Ponte sullo Stretto proprio in una delle zone a più alto rischio sismico del mondo».
D’accordo invece, sugli investimenti il presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo: «È necessario destinare più risorse, investire in misura maggiore per il monitoraggio e il consolidamento degli edifici, e ridiscutere le nostre intenzioni, i nostri articoli sul piano casa». Ma Lombardo ha anche aggiunto: «La filastrocca del Ponte sullo Stretto è antica. Ad ogni problema
finanziario o legato a calamità naturali si riparla di definanziare il Ponte».
La parte pubblica del finanziamento per il Ponte si aggira su «1,5-2 miliardi di euro». Secondo il governatore siciliano la cifra destinata al Ponte «non basterebbe neppure al 10% di quanto servirà per la ricostruzione in Abruzzo. Con quella cifra non si fa neppure una tratta autostradale».
A Lombaro fa eco il deputato dell’Mpa Belcastro: «Non si può trasformare il Ponte sullo Stretto di Messina in una nuova Cassa del Mezzogiorno per cui, caro Agazio, servirebbe un pò di fantasia in più anche per difendere gli edifici della Calabria dal rischio terremoto».

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