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di ANTONELLA GIACUMMO
Arrivano davanti al Liceo scientifico “Galileo Galilei” armati di schede, decreti ministeriali, fogli con domande che ancora non hanno avuto risposta. I genitori dei potenziali alunni del Liceo scientifico “Galileo Galilei” non hanno alcuna intenzione di arrendersi. Da diversi giorni si incontrano e si confrontano su quello che si deve fare per non permettere quello che ritengono un sopruso: i loro figli sono stati regolarmente iscritti al “Galileo Galilei” e non a “Pier Paolo Pasolini”. Una battaglia per affermare un principio: la libertà di scelta.
«Così facendo – dice, infatti, uno dei padri presenti – si dà già ai ragazzi la frustrazione di non poter scegliere». Quello che i genitori contestano con forza è il metodo utilizzato: «A gennaio abbiamo presentato il modulo di iscrizione – spiega un altro padre – e nessuno ci ha detto una parola sulla possibilità che le
“eccedenze” potevano essere spostate direttamente al “Pasolini”.
Dopo tre mesi ci fanno sapere che le iscrizioni arrivate sono superiori a quelle previste e quindi ci saranno alunni che il “Pasolini” guadagnerà senza aver fatto nulla per meritarli. Ed è questo che noi contestiamo. Se ci avessero informato fin dall’inizio sarebbero stato diverso. Così è stata carpita la nostra buona fede, è un vero e proprio imbroglio».
E mentre si raccolgono le firme per l’esposto – presentato in serata al Capo di gabinetto della Prefettura – c’è chi avanza altre proposte, come quella di ritirare in blocco tutte le iscrizioni. «Quando ho presentato il modulo in segreteria – spiega un altro padre – ho concluso la pratica, per me l’iscrizione è stata fatta. Quindi io diffido la scuola dal mettere il nome di mio figlio
in un’urna per un sorteggio. E se non dovessero iscrivere mio figlio al “Galiei” sono disposto a chiedere danni morali e materiali per la situazione che stanno creando. Qui è il diritto allo studio che deve essere tutelato.
Perché un potenziale fisico nucleare deve cambiare il suo percorso di studio? Perché non tutelare le aspirazioni di questi ragazzi?». Il punto – secondo un altro genitore – è che il “Pasolini” non può continuare a sopravvivere grazie ai sorteggi. «Non è una questione solo logistica (il “Pasolini” ha la sede all’interno del seminario di Macchia Giocoli, ndr.), ma anche di offerta formativa. Il direttore scolastico regionale dovrebbe farsi questa domanda: perché il “Galilei” continua a incrementare le sue iscrizioni mentre al “Pasolini” quest’anno se ne sono registrate solo 39? In un liceo hanno incrementato l’offerta formativa evidentemente, nell’altro invece non c’è stato nessun miglioramento.
Al “Galilei” hanno sperimentato altri indirizzi, come quello informativo e quello linguistico, al “Pasolini” no. Insomma, se la scuola avesse un’offerta particolare, io arriverei anche più lontano che al seminario. Ma le cose non stanno così».
Certo l’aspetto logistico non è secondario. «Ho già una figlia – racconta una delle mamme – che è stata spostata al “Pasolini” e non voglio ripetere l’esperienza. Si tratta di una struttura fuori dal mondo e collegata malissimo. Se i ragazzi fanno assemblea d’istituto e finiscono prima li dobbiamo andare a prendere noi. I pochi autobus che ci sono la mattina sono pienissimi. Abbiamo provato anche a parlarne con il preside, ma da parte sua non c’è neppure l’intenzione di ascoltarci, di venire incontro alle esigenze delle famiglie».
E mentre qualcuno esprime timori sulla trasparenza dei sorteggi (109 quelli che dovrebbero essere trasferiti da una scuola all’altra), qualcun altro racconta che «mentre nei moduli di iscrizione al “Galilei” non si faceva alcun riferimento alla possibilità di un trasferimento, nei moduli del “Pasolini” l’annuncio era abbastanza evidente». E questo fa arrabbiare ancor più i genitori, che si sentono presi in giro dalla dirigenza della scuola. «E’ evidente – dicono – che negli anni non hanno saputo amministrare per prevenire questa situazione. Comunque il danno è fatto. Quello che noi ora chiediamo è che per quest’anno si sistemino le aule vuote per accogliere gli studenti in più.
Basterebbero pochi lavori e poche migliaia di euro che la Provincia dovrebbe assegnare. L’anno prossimo poi ci si regolerà diversamente e magari all’atto dell’iscrizione si dirà ai genitori: “ora non possiamo più accogliere domande, siamo al completo”».
Le stesse richieste sono state fatte al rappresentante del prefetto, che ha accolto la delegazione dei genitori in serata. «Il capo di gabinetto – ha spiegato uno di loro – ci ha rassicurato sul fatto che si interesserà alla vicenda, chiedendo la costituzione al Provveditorato di un tavolo conciliativo». Nel frattempo la battaglia non si ferma: la seduta è rinviata a oggi pomeriggio.

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