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di SALVATORE SANTORO
POTENZA -La scena è tutta per loro: Aurelio Pace e Peppino Molinari sono i due candidati del cartello elettorale del centrodestra per la presidenza della Provincia di Potenza e per la carica di sindaco della città capoluogo di regione.
L’ufficializzazione è avvenuta in grande stile ieri pomeriggio nella sala conferenze del Grande Albergo di Potenza. Più che una conferenza è stata una kermesse con i tanti simpatizzanti che hanno occupato le poltrone della sala. Molti per la verità anche i politici che si sono seduti al tavolo dei relatori. In pratica la presentazione dei candidati è stata l’occasione per “contare” tutti coloro che sosterranno il centrodestra nella sfida potentina a Vito Santarsiero e Piero Lacorazza.
E oltre ovviamente al Popolo della libertà, rappresentato al tavolo dal coordinatore e senatore Guido Viceconte e ai Dec di Roberto Falotico i due candidati sono sostenuti da “Alleanza democratici di centro” dalla “Federazione di centro”, da “Unione democratica di Basilicata”, da “La grande Lucania” rappresentata da Candia, da “Democrazia e rinnovamento”, da “I Socialisti”, dai “Popolari di De Mita”, dai “Giovani federalisti lucani”, dai “Popolari – Udeur” di Petrarulo, dalla “Democrazia cristiana di Basilicata” di Giuseppe Potenza, da “La Destra” di Michele Napoli , dai “Popolari liberali”. Al tavolo molti i volti noti quindi tra cui il consigliere regionale, Franco Mollica e il consigliere provinciale Vincenzo Giuliano.
Ma tanti i big anche in prima fila: tutti i massimi esponenti politici del Popolo della libertà di Basilicata tra cui il senatore ed ex coordinatore di An, Egidio Digilio.
C’era attesa per le prime parole da candidati di Aurelio Pace e Peppino Molinari dopo settimane di indiscrezioni sul loro conto. E l’ex parlamentare lucano della Margherita, Giuseppe Molinari prima della conferenza ai giornalisti ha dichiarato: «Quando si è sciolta la Margherita è finito il mio percorso nel centrosinistra, ma sono rimasto un uomo di centro, e il centrosinistra del 1996 non esiste più, perchè quello di oggi è ben altra cosa». Sulla candidatura invece, Peppino Molinari ha evidenziato che «si tratta di un’alleanza del centro popolare con il Pdl, che ha fatto uno sforzo notevole di apertura. Si tratta quindi di una convergenza al centro, con la condivisione di un preciso progetto politico e programmatico».
Non sono mancate le stoccate. Molinari che ha parlato di un’alleanza elettorale per «rendere Potenza una città normale e non quella con un programma che è solo dei sogni» ha attaccato prima l’attuale sindaco Santarsiero e poi il Partito democratico e il centrosinistra: «Mi sembra che sia come Biancaneve e i sette nani. Al Pd sono rimasti solo i “nanetti».
Applausi dalla platea. Anche qualche mugugno. Molinari ha proseguito spiegando le proprie idee e il perchè della scelta. Ha nominato spesso «la Pdl». E il consigliere regionale Sergio Lapenna dalla prima fila è sbottato: «Si dice il Pdl». Qualcuno ha ironizzato, mentre Peppino Molinari ha proseguito incurante attaccando anche l’Udc: «Non sono in questa stanza ma è un errore. Eppure il loro posto naturale doveva essere questa alleanza. Mi spiace perchè fanno sempre lo stesso sbaglio. Eppure sbagliare è umano ma perseverare è diabolico».
Ha preso poi la parola il candidato alla Provincia, Aurelio Pace: «E’ necessario restituire all’ente provinciale il ruolo che merita, di utilità e di tutela del territorio e dei potentini, attraverso una politica concreta, vera e senza slogan».
Pace che non ha nascosto una certa emozione ha poi aggiunto: «Si tratta di «un’unione nata su un forte accordo di programma». Cinque gli assi programmatici proposti da Pace che poi sul Pd ha detto: «Non serve dire che si è per il futuro e poi ci si mangia il presente».
Il coordinatore regionale della Basilicata del Pdl, Guido Viceconte ha esordito e ha spiegato che quelle di Pace alla Provincia e di Giuseppe Molinari al Comune di Potenza sono «due candidature apicali, in un momento storico importante in cui sta arrivando in Basilicata il vento del cambiamento del 1994».
Sulla stessa linea anche l’intervento del leader dei Dec, Roberto Falotico che parlando di una svolta ha attaccato il Pd: «Mancava la democrazia e sembrava un Pds più che Pd».
Per concludere è intervenuto anche Egidio Digilio (anche se il suo intervento non era previsto ndr) che parlando di un percorso necessario non ha mancato di lanciare una stoccata ai presenti ex del centrosinistra: «Io vi criticavo. Ora siete qui e vuol dire che io avevo ragione e voi torto».

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