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ANNAMARIA CALABRESE
POTENZA – C’é chi assalta le caserme di polizia a fronte di un’ingiustizia e c’é chi si incatena davanti alla Prefettura. Ieri mattina, Vito Summa, 26 anni, si è incatenato ad un palo e ha dato vita ad una protesta nei confronti delle istituzioni, ree di un disinteresse totale ad un problema che lo affligge da anni: «la mancata concessione del trasferimento in Basilicata, chiesto 3 anni fa, necessario per accudire i genitori invalidi e previsto dalla legge numero 104». Accanto a lui, un cartello riporta una frase di Sandro Pertini: «Oggi la nuova resistenza consiste nel difendere le posizioni che abbiamo conquistato, la repubblica e la democrazia. La politica deve essere fatta con le mani pulite! Se c’è qualche scandalo…se c’è…se c’è qualcheduno che dà scandalo…se c’è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi deve essere denunciato senza alcun timore».
Vito è un agente di polizia penitenziaria, attualmente in servizio presso Volterra (PI). «A causa delle condizioni di salute dei miei genitori – spiega Vito, originario di Avigliano – ho chiesto il trasferimento presso la casa circondariale di Potenza o, in alternativa, presso quella di Melfi o Matera. In particolare, mia mamma è affetta da una patologia neurologica e, pertanto, dichiarata portatrice di handicap grave e mio padre è cardiopatico e invalido al 67 per cento. Nel mese di giugno 2007 è stata respinta questa mia richiesta, non perché è assente il requisito (handicap della madre) che darebbe diritto al trasferimento, ma perché questo requisito è sopraggiunto in un momento successivo alla mia presa in servizio». Adesso il provvedimento di rigetto del trasferimento è stato impugnato dinanzi al Tar della Basilicata. «Una vera e propria ingiustizia – continua Vito – e anche una grande contraddizione, visto che, proprio in virtù della legge 104, per assistere mia madre, finora ho avuto diritto a 3 permessi al mese, esenzione dal servizio notturno e 20 mesi frazionati in 3 anni di ferie. Se ho diritto a queste agevolazioni, vuol dire che la legge riconosce la mia situazione e dovrei, pertanto, avere diritto anche al trasferimento che, invece, mi viene negato. Inoltre, recentemente, una mia collega di Salerno che si trova esattamente nelle mie stesse condizioni, senza bisogno di ricorrere al Tar, è stata beneficiaria di un regolare provvedimento di trasferimento dalla casa circondariale di Potenza a quella di reclusione di Eboli». Vito, sempre nella mattinata di ieri, è stato ricevuto dal capo di gabinetto del Prefetto, Luca Rotondi, «che mi ha assicurato un interessamento alla vicenda, ma senza darmi alcuna garanzia. Se vedo che nulla si muove, continuerò con forme di protesta più estreme». Davanti alla stampa, l’agente ventiseienne ha strappato la tessera elettorale e ha denunciato il totale disinteressamento dei sindacati alla vicenda.

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