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di FRANCA FORTUNATO
Nel mentre sul teatrino della politica, da giorno, assistevamo al confronto
(si fa per dire) tra i partiti sulle candidature alle europee, ecco irrompere sulla scena, in modo imprevedibile e imprevista, una voce di donna, Veronica Lario, che con intelligenza e con poche parole ha messo a nudo il potere dell’”imperatore”, “ciarpame senza pudore”, dove l’unico modo per le donne per affermarsi sembra essere quello di diventare le favorite di corte. Che al grido “il re è nudo” i sudditi ne restino sconcertati e amareggiati è comprensibile, ma l’insulto, la volgarità, la violenza, la lapidazione sulla pubblica piazza telematica di una donna, è quanto di più preoccupante potesse accadere in questo paese, dove chi ci governa sta facendo di tutto per renderci sempre più simile a sé. Frasi quali, qualcuno la faccia tacere, ex attricetta, se voleva ricordarci che esiste l’ha fatto nel modo peggiore, ha perso una buona occasione per stare zitta, offendendo tuo marito offendi te stessa e tutti quelli che hanno fiducia in lui, certo che sputare nel piatto che ti ha permesso la bella vita.. sono lo specchio di un popolo, quello del Pdl, che sempre più somiglia al suo imperatore ( o è l’imperatore che somiglia sempre più al suo popolo?) E non credo ci sia da stare allegri. È chiaro che la libertà femminile
non piace agli uomini, almeno ai più, la vivono come una minaccia, prova ne sono i ripetuti fatti di violenza maschile sulle donne, prima di tutto tra le mura
domestiche. Quelle mura dove gli uomini e qualche donna vorrebbero continuare a tenere al riparo, ripetendo – come nel caso di Veronica Lario – quelle frasi degli anni cinquanta, i panni sporchi si lavano in famiglia, tra moglie e marito non metterci il dito. No, dopo il femminismo degli anni ’70, non ci sono più
panni sporchi da lavare in famiglia, ma questioni che riguardano tutte le donne e il rapporto tra i sessi. Il privato è politico – ci ricorda Veronica Lario – e la sua decisione di divorziare dall’imperatore ha un grande valore simbolico che restituisce dignità a sé e alle altre, facendo piazza pulita di tutta l’ipocrisia
maschile che si regge sulla separazione tra il proprio privato e il pubblico. Brava Veronica per aver ricordato che nessun uomo, per quanto potente, può pensare
di disprezzare impunemente una donna.
Lei ha parlato e agito da donna intelligente, preparata, attenta, libera e con grande dignità ha risposto alle offese arrecate, dall’imperatore, all’integrità della sua famiglia, quali l’infantile volo a Napoli per sentirsi dare del “papi” da una graziosa diciottenne, su stampo identico a tutte le aspiranti tivù. Ha ragione Veronica Lario quando denuncia che la politica non è che puro esercizio del potere e quello che lei definisce “ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere” è il risultato della “sfrontatezza e della mancanza di ritegno del potere che offende la credibilità di tutte le donne”. Brava Veronica, non poteva essere
detto meglio. Un potere che per mantenersi ha bisogno del consenso e del sostegno delle donne ecco perché i politici, Berlusconi in modo più sfrontato, usano strumentalmente le candidature femminili per includerle nel potere. D’altronde, non è l’inclusione nello spazio pubblico maschile che le donne della parità non fanno che rivendicare? Tutto si può dire di Berlusconi tranne che discrimini le donne in politica, anzi, le promuove, basta che siano giovani, belle e fedeli al sultano.
Ha, persino, fatto fare alle sue preferite un corso accelerato di politica dal ministro Brunetta (il che è un tutto dire). Quella rompiscatole di Veronica, con le sue dichiarazioni, l’ha costretto a depennare dalle liste molte delle favorite, che avevano già firmato l’accettazione davanti al notaio e adesso vuole pure il divorzio. Come volete che non si senta umiliato dalla “signora”? Ne ha potuto salvare solo tre, tutte con la laurea – giura – per poterne fare la foglia di fico del “ciarpame”. Non che dall’altra parte voglia uomini intelligenti, preparati e capaci, ma queste sono questioni che riguardano gli uomini e li lascio
a loro. Per fortuna questa è solo la politica corrente – politica seconda
l’abbiamo chiamata- perché esiste anche la politica delle donne, “politica prima”, che le donne hanno costruito a partire dagli anni ’70 nella relazione tra donne. Politica prima è anche il volontariato, l’attività quotidiana delle delegate e dei delegati sindacali nei luoghi di lavoro, l’associazionismo femminile e maschile, l’attività quotidiana dentro i centri sociali e questa
delinea un altro ordine di rapporti fondati sulle relazioni e non sul potere. La politica delle donne è la Politica.

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