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di Pietro Scognamiglio
OPERAZIONE conti in tasca. A farli al Potenza ci abbiamo provato nell’edizione di ieri, limitandoci ai soli contributi per il minutaggio dei giovani erogati dalla Lega Pro e ad i premi di valorizzazione per Di Bella e Pires. Abbiamo specificato che si trattava di stime al ribasso (il totale non raggiungeva i 500mila euro), elaborate sulla base di dati ufficiosi. Ma a rendere meglio l’idea di quanto vale il Potenza Sport Club, sotto ogni punto di vista, ci ha pensato proprio Giuseppe Postiglione.
Dopo la retrocessione ha annunciato di voler provare a vincere la Seconda Divisione (oltre ad inoltrare la domanda di ripescaggio), ma qualcuno ha storto il naso: perchè i cospicui investimenti che ha in mente non li ha fatti a gennaio per salvare la categoria? “Perchè a gennaio in cassa non avevamo liquidità – si giustifica il patron – col senno di poi la politica di salvaguardia dei bilanci societari non ha dato sul campo i risultati sperati, ma quantomeno ci consente di pensare al futuro, a differenza di altre società”. Postiglione argomenta il suo teorema: “se ora mi sono esposto dichiarando di voler costruire in C2 una squadra a vincere, è perchè so di poterlo fare, non vendo fumo. Il Potenza vanta crediti per 1,5 milioni di euro che incasserà nei prossimi 24 mesi, ad inizio 2009 questi soldi non li avevamo”. A questo punto la curiosità ci spinge a chiedergli di entrare nel particolare. Partendo dai contributi per il minutaggio dei nati dall’87 in poi, per i quali il nostro calcolo approssimativo arrivava a 220mila euro ma – assicura Postiglione – ci sarebbero circa 100mila euro in più, con l’ultima delle tre rate e il bonus del ricalcolo ancora da incassare. Per arrivare a quota un milione e mezzo però serve altro: “ci sono i premi di valorizzazione – spiega il numero uno rossoblu – non solo quelli per Di Bella e Pires, ma anche sui prestiti secchi di Cozzolino e Groppioni (il primo a metà tra Lecce e Cremonese, il portiere dal Bari) abbiamo fatto in modo di ottenere un benefit economico al raggiungimento di un tot di presenze”.
Il saldo delle cessioni già perfezionate chiude il cerchio degli introiti disponibili a medio-lungo termine: “oltre al premio di valorizzazione, per Di Bella avanziamo dal Livorno due rate per il cartellino (ammonterebbero a circa 200mila euro l’una, ndr), in più abbiamo un patrimonio giocatori stimabile, ad oggi, in un altro milione e mezzo di euro”. La cifra ci lascia un attimo perplessi, ma Postiglione provvede a dettagliarla: “giocheremo un ruolo importante al tavolo delle comproprietà, va valutata la seconda metà di Berretti con l’Arezzo dopo che la prima ci ha reso circa 300 mila euro, con il Grosseto discuteremo la posizione di Suppa e Scardini, anche loro nostri a metà, stesso discorso con il Chievo per D’Aguanno”. Ma i pezzi pregiati, a detta del patron, sono altri: “Tesoniero, Sarno, Porcaro e Nappello sono completamente nostri, il loro valore tecnico è destinato a crescere insieme a quello economico, in più non sottovaluterei i circa venti giocatori in prestito”. Altra cifra che ci sconvolge: chi sono? “Sul portierino del ‘91 Di Vincenzo, quest’anno alla Battipagliese, ci sono tre o quattro società di serie A che lo vogliono per il settore giovanile, come anche per Bacio che a Genzano ha fatto tutte le partite, gli altri del gruppo sono giocatori al massimo da serie D, le cui cessioni temporanee però ci consentono di recuperare i costi del mantenimento di un settore giovanile”.
Postiglione preannuncia anche una novità assoluta per l’organigramma (“sto pensando ad un grande direttore sportivo”), garantendo che “la situazione debitoria in essere non è certo preoccupante, la società conta di ottenere tutte le liberatorie al 30 aprile mettendo cosi’ al sicuro l’iscrizione al campionato”.
Una logica in questo discorso c’è, ed è quella del calcio visto come un’azienda. Scelte tecniche a volte rischiose – si può anche retrocedere – ma la garanzia è quella della continuità gestionale, a prescindere dalla categoria. A differenza di altre realtà, il rischio di fallimento non c’è. Tutto sta però, tra abilità e fortuna, nel pescare un Di Bella ogni anno. Altrimenti il giocattolo si rompe e bisogna darne conto ad una piazza che certe logiche da addetti ai lavori, certe volte, non può coglierle. Un altro spunto è riservato ai potenziali acquirenti: la somma di crediti e valutazione del patrimonio – stando alle cifre prodotte da Postiglione – vedrebbe circa tre milioni di euro gravitare intorno al Potenza. Al netto di possibili arrotondamenti per eccesso, la certezza è che per sedersi al tavolo con Postiglione bisogna portare in dote un bel po’ di soldini. Ma nella nostra chiacchierata lui, il patron, un prezzo non l’ha fatto. La sensazione è che la volontà di rilancio superi di gran luga quella di cedere il passo.

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