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Dopodomani la riunione della società del Cosenza Calcio 1914 per decidere il futuro rossoblù dipenderà. Il Cda, dimessosi lo scorso 15 maggio, potrebbe rientrare in carica oppure abbandonare definitivamente. In ogni caso, tra i dirigenti silani potrebbe essercene qualcuno che decida comunque di condividere il progetto insieme agli altri. Il commercialista Giorgio Sganga (nella foto) consultato dai dirigenti rossoblù nei giorni scorsi, ha elaborato un suo piano per salvare il salvabile e convogliare forze fresche nella società per la prossima stagione.
Il progetto del professionista paolano, segretario nazionale dell’Ordine dei Commercialisti, dovrebbe subentrare nel caso in cui nella riunione di dopodomani non dovesse emergere qualche novità sostanziale.
Sganga è fiducioso e le sue mosse sono seguite con trepidazione sia dal sodalizio silano che dalla tifoseria, che ha apprezzato l’impegno del professionista augurandosi che tutto si risolva al più presto.
«E’ qualcosa di complesso solo perché è nuova come idea – dice Sganga – altrimenti non è così difficile da spiegare e da attuare se si trovano le giuste forze. Quel che deve essere chiaro a tutti è che con questa idea noi non vogliamo essere antagonisti di nessuno»
Nei giorni scorsi si sono riuniti alcuni colleghi commercialisti al fine di costituire una sorta di “patto di sindacato”, fenomeno tipico in una realtà come
quella italiana che è costituita da azionariati spesso molto diffusi e frammentati nei quali non esiste un soggetto che possegga la quota sufficiente a controllare una società. Sarà necessario creare gruppi di controllo e gestione,
che portano in assemblea delle decisioni prese all’esterno della società tramite apposite assemblee del patto parasociale.
Si tratta di contratti plurilaterali con uno scopo unico, che è quello della “stabilizzazione dell’assetto proprietario” di una S.p.A. o del suo controllo. Nel caso del Cosenza, ogni commercialista fungerebbe dunque da garante di un contratto stipulato con un numero imprecisato di imprenditori.
«Con gli altri colleghi ci siamo dati appuntamento nella prima decade di giugno – sottolinea ancora Sganga – e quando ci incontreremo, sempre rispettando le eventuali evoluzioni della società e l’esito della riunione del 29, ognuno metterà sul piatto quello che ha raccolto. Se sono fiducioso? Sì, lo ribadisco. La speranza di fare qualcosa di positivo c’è perché questa sarà una cordata professionale, sociale ed economica al tempo stesso. E ribadiscopure il concetto più importante: quello che pende sulla società non è una cartella esattoriale, ma un avviso di accertamento. E comunque, come ho già avuto modo di dire, non è un problema per chi decidesse di entrare. Questa società è sana».

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