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di LUCIA NARDIELLO «Ho un progetto, fare un film dal titolo “Grazie Papi”». Non usa mezze parole il regista Tinto Brass alla domanda della giornalista e il riferimento, in questo caso non è casuale. Il re dell’erotismo italiano ne ha per tutti nell’incontro organizzato a Rionero il Cineclub Vittorio De Sica Cinit in collaborazione con Basilicata Cinema il cineclub Pasolini di Barile e l’agenzia Millennium Network. Atmosfera soffusa, divanetto nero e cubi di plastica bianchi. Sullo sfondo quadri surreastrattisti, al lato l’orchestra VioClaBass.
La sala è gremita di gente che osserva incuriosita mormorando commenti, qualcuno si fa scappare un risolino, qualche altro scappa indignato. Al centro del palco, accomodato sul divanetto c’è lui: Tinto Brass. Pantaloni beige, camicia più scura, cravatta rosa, giacca morbida di lino ed al collo l’immancabile sciarpa nera. E’ appena finito l’incontro che lo ha visto protagonista a Rionero terminato con la proiezione del corto Hotel Courbet ispirato al pittore francese. Brass è circondato dalla stampa e sollecitato dal “Quotidiano” sulle relazioni tra sesso e potere, in particolare sulla situazione italiana del caso Noemi risponde ironico: «mi fanno spesso questa domanda, vogliono che partecipi al dibattito. Mi piace che Veronica abbia un amante. Tempo addietro si diceva fosse Cacciari, il sindaco di Venezia. Nella città comparvero anche delle scritte che dicevano viva Cacciari sei il nostro eroe. Come all’epoca di Clinton sostenevo la Monica e volevo che Hilay avesse un amante. Certo non mi piace il potere però in quel senso lo capisco». Sulle feste in Sardegna «avrei un progetto» dice Brass che fa una pausa e prosegue «si chiama Grazie Papi» sorride e va via.

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