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La firma è avvenuta ieri dal notaio Gisonna a Rende, poi il ritorno nel suo ufficio di via Adige. Pino Citrigno non fa più parte del Cosenza Calcio 1914 avendo ceduto il suo 11% di quote all’ad Pino Chianello che di fatto diventa il socio a maggioranza assoluta con il 53% di quote in possesso.
Il perchè della sua scelta in un momento delicato per la società rossoblù lo h spiegato lo stesso Citrigno: «Sono stato tra quelli che hanno promosso il passaggio da Rende a Cosenza nel momento in cui per questi dirigenti non era più logico e utile fare calcio oltre Campagnano. Abbiamo traghettato una società pulita, senza debiti, fatta da persone serie. Io, per così dire, ho fatto da garante a Paletta, a Chianello, allo stesso Mirabelli.
Non è che a Cosenza non godessero di stima, ma c’erano delle riserve. Ho fatto da collante, così come avevo cercato in passato di adoperarmi, dopo la cancellazione, per far rinascere il calcio nella nostra città. Allo stato attuale, però, non ci sono più quelle condizioni che c’erano prima per andare avanti e quindi ecco la decisione di farmi da parte».
La decisione di Citrigno sarebbe maturata nel corso del campionato. All’epèoca quando Paletta parlò di “squali”, si pensò che uno di questi potesse essere Citrigno che, sempre secondo Paletta, voleva traghettare la società nelle mani di Pagliuso. Cosa non vera, perché tutte le trattative con la famiglia Pagliuso sono sempre passate attraverso la presidenza e attraverso Massimiliano
Mirabelli. “Mai ho offerto le mie quote in vendita ai Pagliuso”, ha spiegato Citrigno, ed infatti a prova di ciò è la cessione delle quote a Pino Chianello.
“Io avevo un impegno morale con i cosentini, quello di riportare questa società il più in alto possibile. Non sono un business man – afferma Pino Citrigno – ho fatto il mio dovere, ho perso dei soldi, ma l’ho fatto con piacere per la mia città e per la mia gente, ma con tutte queste illazioni che ci sono in giro, meglio tirarsi fuori”.
Intanto negli ultimi giorni si sta operando su due fronti: Sganga e Gaglioti, oltre al sindaco, stanno portando avanti colloqui con altri imprenditori allo scopo di salvare la società. «A parte la soluzione Pagliuso – dice Citrigno – che è la soluzione migliore secondo me in quanto ha voglia di portare in alto il Cosenza, ritengo apprezzabilissime le iniziative di Sganga e Gaglioti, ma forse è troppo tardi. L’operazione Sganga è più difficile: non esistono imprenditori che diano in mano soldi a un commercialista senza averne un tornaconto in termini di visibilità. Sul nostro territorio è difficile che questo si possa realizzare. Quella di Gaglioti invece è più realista, ma resta una discriminante importante: gli imprenditori che entrerebbero in gioco dovranno essere prima di tutto amici, altrimenti non si riuscirà a creare nulla”.

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