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di Pietro SCOGNAMIGLIO
TRA UNA PARTITA e l’altra della Paganese, Eziolino Capuano ha trovato il tempo di frequentare il supercorso di Coverciano per conseguire il patentino di prima categoria. Da bravi scolari, i 33 iscritti sono stati accompagnati nel laboratorio di Josè Mourinho. Capuano stravede per il portoghese, quando Mou si avvicina a bordo campo per salutare i visitatori gli dà subito confidenza. Il portoghese lo spiazza: ti conosco già, ho sentito parlare di te su Facebook. Il network virtuale dove i tifosi della Paganese hanno creato una pagina in onore del loro condottiero: sul motore di ricerca appare Eziolino, il vero Special One.

L’aneddoto trova conferme tra i colleghi giornalisti campani, che intorno a Capuano si divertono da anni. Perché c’è sempre da scrivere, perché un allenatore che ha costruito su di sé un personaggio non è facile trovarlo dalle nostre parti.

E’ il 1995 quando con l´Altamura, in D vince il campionato e l’anno successivo si trasferisce a Cava dei Tirreni, sempre in D: l’ingaggio di Prisciandaro in corso d’opera regalò il campionato agli aquilotti. Capuano già allenatore manager confermò solo due elementi della promozione, i centrocampisti Carafa (ex Potenza) e Piemonte. Ceduto Prisciandaro, il progetto non poteva prescindere da un grande centravanti e venne acquistato Alessandro Ambrosi, che chiuderà la stagione a 16 reti da capocannoniere, con la squadra però solo dodicesima. A Cava resta un altro anno, garantendo la salvezza tranquilla (ottavo posto) ad un’orchestra costruita con un budget ridottissimo: suo fiore all’occhiello la scoperta di Dario Dainelli, attualmente capitano della Fiorentina.

Ancora C2 a Trapani, nel 2000 allena la Puteolana, poi una sfortunata parentesi in C1 a Taranto e una grande prima metà della stagione 2002-’03 alla Nocerina, prima di un misterioso addio. Nel 2003 accetta l´offerta del Sora in C1. Sulla panchina laziale vi rimarrà due anni, l´ultimo conclusosi con un amara retrocessione ma in pieno clima di sfascio, visto che in quella estate la società sarebbe arrivata al fallimento. A Pagani ci arriva dopo due anni di grandi soddisfazioni alla guida della Juve Stabia, mettendo in curriculum la distruzione della carrozzeria di una macchina sulla quale si è messo a saltare, all’esterno del Menti, per festeggiare una vittoria contro l’Avellino a porte chiuse.

C’è anche un episodio degno di nota, fuori dal campo, in una carriera movimentata: nell’ottobre 2005 venne rapinato all’uscita della banca Unicredit nel quartiere Barra, a Napoli, di circa 90 mila euro tra contanti e assegni, in parte recuperati dalle forze dell’ordine. L’allenatore dichiarò che una parte della cifra sottrattagli faceva parte dell’ingaggio percepito, in quell’anno, come allenatore del San Paolo Altamura.

Tanti amici e tanti nemici nella sua rubrica, quest’anno Camplone allenatore della Cavese l’ha pubblicamente definito un personaggio folkloristico. Come ama dire, soprattutto negli ultimi due anni, ha fritto il pesce con l’acqua minerale, vantandosi di aver portato a risultati inattesi squadre costruite al risparmio. Colorito anche nei giudizi tecnici: prima che io arrivassi io a Castellammare Giuseppe Rizza era l’aiutante del magazziniere, disse in riferimento all’attuale esterno difensivo del Livorno, che valorizzò alla grande. Stesso discorso per Antonio Esposito, con lui a Castellammare, poi venduto al Foggia dove rientrerà dal prestito a Pagani: prima che arrivassi io puliva gli spogliatoi, adesso lo vuole l’Inter. Forse l’Inter no, ma a Potenza Capuano ce lo porterebbe di corsa. Folgorato sulla via di Postiglione, oggi sapremo come ha fatto il patron a stregarlo. Pochi mesi fa si era autocandidato per una panchina di B, altrimenti vado a zappare, sbottò.
A proposito: nella chiacchierata con Mourinho sembra abbia fatto presente al tecnico campione d’Italia di aver notato le differenze nella fase difensiva tra il suo Chelsea e l’attuale Inter. Racconta Capuano: Mourinho mi ha sorriso e ha esclamato: sei un figlio di buona donna. Benvenuto a Potenza, mister.

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