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La crisi economica e finanziaria ha avuto effetti rilevanti sull’economia calabrese: il livello di attività ha subito una contrazione più accentuata rispetto alla media nazionale.
È quanto emerge dall’analisi di Bankitalia sull’andamento dell’economia nel 2008, presentato all’Università della Calabria.
Secondo le stime di Prometeia, il Pil della Calabria nel 2008 sarebbe diminuito dell’1,8 per cento. La fase recessiva si è estesa ai primi mesi dell’anno in corso.
Secondo lo studio, l’andamento del settore agricolo è risultato negativo per le coltivazioni erbacee; tra le principali produzioni arboree regionali, solo quelle degli agrumi e delle olive hanno ripreso ad aumentare.
Il settore manifatturiero ha registrato un progressivo peggioramento del livello degli ordini e della produzione, i cui indicatori hanno raggiunto i valori più bassi dal 1991; il grado di utilizzo degli impianti si è notevolmente ridotto e gli investimenti sono diminuiti rispetto all’anno precedente.
Il livello di attività delle imprese del settore delle costruzioni ha subito una contrazione in parte mitigata dal comparto delle opere pubbliche.
Nel terziario il valore delle vendite del commercio al dettaglio si è mantenuto sul medesimo livello dell’anno precedente, per effetto di un aumento dei prezzi che ha compensato la sensibile contrazione dei volumi di vendita.
«Dopo diversi anni di espansione, – osserva Bankitalia – si è ridotto il numero delle presenze turistiche sia nazionali che straniere». Nel settore dei trasporti, «l’attività di transhipment di Gioia Tauro ha registrato un anno di assestamento dopo la forte espansione del 2007, mentre tra gli aeroporti calabresi solo quello di Lamezia Terme ha registrato una crescita del numero dei passeggeri in transito». L’occupazione ha continuato a diminuire in tutti i settori, con l’eccezione dei servizi.
«Il calo del numero dei lavoratori – si fa rilevare – si è concentrato nella componente del lavoro alle dipendenze. Il tasso di occupazione della popolazione in età lavorativa è calato ulteriormente. Sono aumentate le persone in cerca di occupazione; la crescita ha riguardato le persone con esperienze di lavoro pregresse a fronte di una riduzione di quelle in cerca di una prima occupazione. Sono cresciuti gli inattivi in età lavorativa, di cui i tre quarti sono donne. La quota di lavoro sommerso è la più elevata tra le regioni italiane. Nel 2008 il credito erogato dagli intermediari bancari ha rallentato rispetto all’anno precedente. «La decelerazione – osserva Bankitalia – ha riguardato sia la componente relativa alle famiglie sia quella relativa alle imprese.
Le nuove erogazioni di mutui alle famiglie per l’acquisto di immobili sono diminuite per la prima volta nell’ultimo decennio mentre il credito al consumo ha sensibilmente decelerato rispetto agli anni precedenti. Il ritmo di espansione dei prestiti alle imprese è diminuito sia per le piccole e medie imprese sia per quelle di maggiore dimensione. Il rallentamento ha riguardato in particolar modo le imprese dell’industria manifatturiera e dei servizi; la componente relativa alle imprese delle costruzioni, pur avendo decelerato, si è mantenuta su ritmi sostenuti di crescita.
Il fenomeno della cessione di crediti, sia in bonis sia in sofferenza, si è intensificato nel corso dell’anno. La qualità del credito si è progressivamente deteriorata soprattutto per le famiglie produttrici e per le imprese dell’industria manifatturiera. La raccolta bancaria è cresciuta per effetto della componente relativa alle famiglie, che ha più che compensato la componente relativa alle imprese, in contrazione rispetto all’anno precedente».

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