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Beni per due milioni di euro sono stati sequestrati dalla Polizia ad Antonino Caridi, 48 anni, genero del defunto boss della ‘ndrangheta Domenico (detto Mico) Libri.
Caridi, ritenuto ai vertici della cosca «Libri», era stato arrestato nell’estate di due anni fa nell’ambito dell’operazione «Testamento» in quanto indagato del reato di associazione per delinquere di tipo mafioso.
Si tratta della società I.T.E.R: s.r.l. che si occupa di abbigliamento ed accessori; dell’impresa individuale « Galatea», di Ivana Quattrone avente per oggetto servizi per istituti di bellezza; del «Centro Ceramica s.a.s. la cui ragione sociale è il commercio di pavimenti, sanitari ed arredi per bagni; dell’impresa individuale « Libri Rosa» che si occupa di rappresentanza di ceramiche e rivestimenti; di un appezzamento di terreno e manufatto in muratura (capannone) adibito a deposito merci, intestato alla società «Centro Ceramica» dalla superficie di oltre duemila metri quadri. Tutti i beni sono ubicati nel territorio della città di Reggio Calabria.

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