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Sono oltre 610 i chilometri di costa calabrese regolarmente balneabile, sui circa 715 che caratterizzano la Calabria. Un centinaio, i tratti segnati da divieti permanenti (quasi 58 km) o temporanei (43 km).
Secondo l’Arpacal la condizione del mare calabrese è migliorata, al punto da avere aggiunto ulteriori dieci chilometri tra i tratti balneabili.
I dati, aggiornati al 30 giugno, sono stati illustrati questa mattina nel corso di una conferenza stampa che si è svolta a Catanzaro, alla presenza dell’assessore regionale all’Ambiente, Silvio Greco, e dal direttore dell’Arpacal, Vincenzo Mollace.
Accertamenti compiuti nel periodo tra aprile e il 30 giugno, con 660 punti di prelievo lungo le coste calabresi, analizzando i parametri microbiologici e chimico-fisici previsti dalla legge.
Il dato suddiviso per le cinque province, mette in risalto in termini positivi le province di Catanzaro e Reggio Calabria, dove sono aumentati i chilometri di zone balneabili.
In particolare, rispetto all’anno precedente, nel Catanzarese sono 5,4 i chilometri di costa recuperati, mentre nel Reggino sono 3,8.
Male la provincia di Cosenza, con quattro chilometri di costa che perdono la balneabilità, e Vibo Valentia con meno 1,2 chilometri.
Nessuna variazione è stata, invece, registrata a Crotone.
L’assessore Greco ha evidenziato il significato di questi risultati: «Abbiamo un mare di grandissima qualità – ha detto – rispetto ai dati sulla balneabilità e sull’indice di specie presenti. C’è una qualità indiscutibile, per questo non possiamo lasciare spazio ai criminali che agiscono per piccoli egoismi. Non è più consentito a nessuno – ha aggiunto – di continuare con furberie per rovinarci il mare». Il riferimento di Greco è stato diretto, in particolare, «ai controlli sui sistemi di depurazione e a quelli che pensano che il mare non è proprietà di nessuno».
Da qui l’invito netto a chi di competenza «a fare i controlli. Mi chiedo quante fatture – ha sostenuto Greco – vengono fatte in un anno per lo smaltimento dei fanghi e gli interventi nelle abitazioni civili?». Interrogativo rivolto a «chiunque ha responsabilità, perchè c’è una scala di responsabilità». Tempi duri anche per le amministrazioni comunali che non dovessero collaborare: «Sono dell’idea – ha dichiarato Greco – che dobbiamo anche arrivare, in estrema ratio, al commissariamento dei comuni che non svolgono il loro compito in materia di depurazione».
Tra le preoccupazioni dell’assessore all’Ambiente, la spazzatura che si trova in mare e le diverse discariche abusive sul territorio. Rispetto alle prospettive future, Greco ha dichiarato che «abbiamo messo in piedi un sistema che analizza le deficienze e le affronta. Lo strumento giusto è la programmazione. Se il prossimo anno – ha detto – si dovessero avere queste cose, sarà un fallimento totale. Ho intenzione di mettere paletti rigidi e se arriverà un nuovo assessore dovrà tenere conto di questi paletti. In questa regione si è pensato solo a fare le opere e mai a un piano». Rispetto alla presenza in mare delle classiche chiazze e della schiuma, Greco ha evidenziato che «si tratta di una produzione organica che si forma dopo le 11, una produzione naturale del sistema marino, ovviamente sempre per via di ciò che mandiamo da terra».
Il direttore dell’Arpacal si è invece soffermato sul ruolo dell’agenzia e sui risultati ottenuti: «Non ci sono scostamenti significativi rispetto agli anni precedenti in termini di balneazione, in ogni caso abbiamo messo in piedi interventi straordinari per i controlli e per trasferire informazioni utili per mettere in moto interventi correttivi dove necessario». Analizzando i dati emersi dai prelievi effettuati negli ultimi tre mesi, Mollace ha detto che «restano criticità che in alcuni casi sono purtroppo ripetitivi». Per informare i cittadini sulla situazione del mare calabrese, è stato quindi istituito un numero verde e un numero di rete fissa: 800331929 oppure 0961732506. Il direttore dell’Arpacal ha, inoltre, evidenziato i disagi che scaturiscono dai mancati collettamenti delle abitazioni, così come dallo smaltimento nell’alveo dei fiumi. Per quanto concerne il monitoraggio, Mollace ha ricordato le 103 centraline installate in altrettanti depuratori per un controllo continuo. «Alcuni gestori di impianti – ha affermato – non hanno inteso aderire a questo progetto e guarda caso sono spesso quelli che poi finiscono con gli impianti sotto sequestro». Bocciati sia da Mollace che da Greco gli impianti costruiti sulla spiaggia e quelli ancora privi di collegamenti o con non sono sufficienti rispetto alle popolazioni estive.

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