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Freddati con quattro colpi alla testa, due ciascuno, probabilmente per punirli di uno sgarro. Così sono morti, ieri in una stradina isolata di Scilla, un quindicenne, Francesco Amato, e un ventiduenne, Vincenzo La Torre. Entrambi di origine rom e residenti a Rosarno, i giovani erano incensurati, ma La Torre era comunque conosciuto dalle forze dell’ordine. Le indagini sono solo all’inizio, ma gli investigatori ritengono che si sia trattato di una vera e propria esecuzione messa in atto da un sicario che con ogni probabilità ha teso ai due giovani un tranello. Le due vittime, a bordo di una Fiat Panda, nel pomeriggio di ieri hanno lasciato la statale 18 per arrivare sino al cancello dell’acquedotto comunale dove hanno parcheggiato l’auto, chiudendola e lasciando i fari accesi. Quindi hanno percorso qualche metro per andare incontro al loro assassino che probabilmente era già sul posto ad attenderli. A scoprire i corpi è stato un passante che ha immediatamente avvertito i carabinieri.
Secondo gli inquirenti dunque, non si sarebbe affatto trattato di un errore.
I carabinieri del Reparto operativo di Reggio Calabria e della Compagnia di Villa San Giovanni, nel corso della notte, hanno controllato la posizione di numerose persone a Scilla e altri centri limitrofi. Sono state anche sentite alcune persone contigue ad ambienti mafiosi e perquisite le loro abitazioni. Gli investigatori, riguardo il movente del duplice omicidio, non escludono alcuna pista, anche se quella che sembra più verosimile è la vendetta per uno «sgarro» compiuto dalle due vittime, presumibilmente un furto.
Secondo quanto è emerso dalle indagini, La Torre ed Amato sarebbero stati uccisi da una persona con la quale avevano concordato un incontro. Tra i tre ci sarebbe stata una discussione al culmine della quale è stato compiuto il duplice omicidio. La persona che ha sparato ha utilizzato una pistola calibro 9, uccidendo la Torre ed il minore, la cui morte è stata istantanea, con colpi alla testa.

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