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di SIMONA BRANCATI Piancardillo, una contrada a metà strada tra Potenza e Pignola, tante villette e tanti cani.
Da un anno a questa parte però il numero dei fedeli amici a quattro zampe di proprietà dei residenti si sta progressivamente riducendo. Si sono registrate strane morti violente e scomparse improvvise di cani di giovane età in perfetto stato di salute, con tanto di registrazione all’anagrafe canina e libretto di vaccinazione del veterinario.
Si tratta di animali che vivevano liberi nei terreni attigui alle abitazioni dei padroni e che, approfittando di un cancello aperto o di un buco scavato nel recinto, spesso nelle notti estive si concedevano passeggiate notturne. In molti non sono più tornati. A nulla sono servite le denunce di scomparsa alle forze dell’ordine. E’ il caso di Roy, sparito dallo scorso mese di maggio. Stessa sorte per Fritz.
L’anno scorso Cindy è tornata a casa sofferente e dopo una notte di agonia è morta a causa di una forte emorragia interna. Decesso per avvelenamento. E’ purtroppo una pratica frequente l’uccisione dei cani con il veleno per topi o, scoperta ancor più macabra, impastando la carne con i vetri rotti delle lampadine. L’assorbimento dei frammenti da parte dei tessuti con il passare delle ore dall’assunzione, li lacera progressivamente.
Ancora, il 24 maggio 2008, raccontano i residenti, la piccola Bepi, sparita da una settimana è stata riportata a casa dagli altri cani in stato di semi decomposizione e mostrava i segni di una morte violenta. Aveva una zampa posteriore mancante e la bocca spalancata.
C’è da aggiungere che i responsabili della raccolta dei rifiuti parlano di diversi ritrovamenti nei cassonetti dei rifiuti di carcasse di animali, anche di cani.
In ogni circostanza ognuno ha pensato ad un caso isolato e comunque non c’erano prove a supporto di ipotesi di uccisione da parte dell’uomo, ma questa volta ci sono elementi per far supporre la presenza di un killer dei cani a Piancardillo.
Dalla notte dello scorso 21 luglio si cerca Nichi, un meticcio bianco e nero di tre anni e mezzo. Di lui nessuna traccia, mentre la madre Cleo è rientrata a casa ferita ad una zampa. Il veterinario che l’ha curata ha prima eseguito una radiografia dell’arto. La diagnosi del medico è chiara, si tratta di un cappio di metallo preparato da mani umane, come quelli utilizzati per la caccia di frodo. Trappole mortali congegnate per darsi la morte per strangolamento. L’animale ci mette accidentalmente dentro la testa e quando prova ad allontanarsi il cappio si stringe soffocandolo. Cleo, dunque, è stata fortunata.
Immediata è scattata la denuncia ai carabinieri per maltrattamento. I militari faranno ricognizione nella contrada ma è ovvio che, non avendo prove concrete e non essendoci la flagranza, è praticamente certo che non si arriverà a nulla. Il punto però è un altro. Tutti i cani morti o scomparsi erano dei meticci, ma è evidente che in questa storia se c’è un bastardo non cammina a quattro zampe.
I gesti compiuti sono di una barbarie e inciviltà tali da non poter essere taciuti. Impossibile non provare rabbia.
Al posto di uno sguardo dolcissimo e uno scodinzolio festoso resta solo una cuccia vuota.
E intanto cercasi Nichi disperatamente.

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