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L’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria ha sospeso il contratto di ostetricia e ginecologia con la casa di cura Villa Elisa di Cinquefrondi dove sabato scorso era deceduta una donna, Chiarina Gambettola, di 44 anni, dopo avere partorito il suo quarto figlio.
La decisione, resa nota dalla stessa Villa Elisa, è stata presa a seguito degli accertamenti effettuati nella casa di cura da una Commissione mista, composta da rappresentanti dell’Azienda sanitaria provinciale e della Regione. Dall’ispezione effettuata ieri nella casa di cura dalla Commissione erano emerse anomalie, in particolare, nella cartella clinica della donna deceduta. A causa della sospensione del contratto la casa di cura non potrà più effettuare ricoveri nel reparto di ostetrica e ginecologia in regime di convenzione con l’Azienda sanitaria provinciale. Gli altri reparti di Villa Elisa, invece, potranno continuare ad effettuare ricoveri in convenzione.
REAZIONI
“Illegittima, contraddittoria e abnorme”. Questa la risposta alla decisione da parte della casa di cura Villa Elisa di Cinquefrondi.
La casa di cura rende noto, inoltre, che «le prestazioni sanitarie continueranno ad essere erogate in maniera regolare, senza subire variazioni di sorta, atteso che la struttura è regolarmente autorizzata ed accreditata all’esercizio di attività sanitaria. Provvederemo, comunque, ad impugnare il provvedimento di sospensione del contratto perchè lesivo dei diritti della nostra casa di cura e dei dipendenti che vi prestano servizio, nonchè in palese contrasto con i principi fondamentali di diritto che presiedono il buon andamento, la correttezza e l’imparzialità della pubblica amministrazione».
Nel comunicato Villa Elisa riferisce, inoltre, che «la commissione interna, nominata nell’immediatezza dell’accaduto, sulla scorta degli atti e documenti sanitari valutati con riferimento alla responsabilità soggettiva del personale medico e paramedico coinvolto nella vicenda, per il cui accertamento è preposta solo ed esclusivamente l’autorità giudiziaria requirente, ha concluso che sono sicuramente estranei sia fattori inerenti alla responsabilità della casa di cura, sia fattori riconducibili all’operato del personale, sia medico che paramedico, e che il fatto si è verificato, con elevata probabilità, per quanto è dato attualmente sapere, per fenomeni di tipo ematologico ad insorgenza iperacuta non prevedibili nè altrimenti evitabili».

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