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Il maggiore dei carabinieri Enrico Maria Grazioli, indagato nell’inchiesta della Procura di Crotone su presunte irregolarità nella realizzazione di alcune centrali elettriche, è stato sentito dal sostituto procuratore Pierpaolo Bruni al quale ha chiarito la sua posizione, dichiarandosi estraneo ai reati ipotizzati a suo carico. A renderlo noto è l’avvocato Alessandro Diddi, difensore dell’ufficiale. Grazioli, al quale è stato notificato nei giorni scorsi un avviso di garanzia con altre due persone, è accusato di rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento personale. «Sul piano processuale – afferma l’avv. Diddi – il maggiore Grazioli, poche ore dopo l’esecuzione della perquisizione, che peraltro non ha dato alcun esito positivo, ha subito chiesto di conferire con il magistrato inquirente, Pierpaolo Bruni, al quale ha serenamente esposto le sue difese potendo dimostrare la sua assoluta estraneità alle ipotizzate condotte di favoreggiamento contenute nel decreto di perquisizione e, soprattutto ai gravi pettegolezzi di certe persone che, nel corso di loro conversazioni, hanno fatto con riferimento al magg.Grazioli». «Come accaduto – prosegue l’avvocato Diddi – altre volte, soprattutto in Calabria, ogni qual volta una inchiesta si elevi alla ribalta della cronaca, l’indagato di turno viene trasformato nel mostro sul quale deve ricadere la responsabilità per ogni cosa che non funziona. Questa volta pare che la cattiva sorte del capro espiatorio sia toccata al magg. Enrico Maria Grazioli sul nome del quale, in queste ore, in molti hanno ritenuto di esercitare l’ignobile pratica della diffamazione che, tuttavia, egli non intende subire passivamente». In conclusione, il legale del maggiore Grazioli ha aggiunto che «in attesa che il dott.Bruni possa compiere tutti gli accertamenti del caso che lo stesso magg. Grazioli ha sollecitato al fine di poter allontanare anche il più remoto e rarefatto sospetto, l’ufficiale mi ha conferito mandato per denunziare tutti coloro i quali si producano nell’infangare il suo nome oltre che la divisa che serve e onora con dedizione da oltre vent’anni».

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