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Da un’analisi condotta da Gruppo Immobiliare.it, attraverso i dati raccolti dal suo sito NuoveCostruzioni.it, è emerso un dato poco rasicurante che rigurada anche la nostra regione. Dai dati raccolti sembrerebbe infatti che in Calabria solo il 33% degli immobili nuovi corrisponda ai criteri di sicurezza antisismica. A quasi un anno dal terremoto che ha devastato L’Aquila, la ricerca ha cercato di capire se negli ultimi dodici mesi l’applicazione delle norme antisismiche abbia subito un qualche aumento e di come norme, costi e tempi di realizzazione di un immobile antisismico cambino rispetto a quelli di un immobile “tradizionale».
Nello studio condotto regione per regione, la percentuale di immobili di nuova costruzione con dichiarazione antisismica vede l’Abruzzo primo con il 39%, seguono Friuli Venezia Giulia 38%, Umbria 37%,Trentino AA 36%, e Calabria con il 33%, poi le altre regioni con la Sardegna ultima con appena l’11%.
L’unica spiegazione a questo perseverare nella costruzione di imobili in modo tradizionale non può che essere rincodotta ai costi e ai criteri di costruzione che evidentemente spingono ancora a propendere per costruzioni tradizionali. Altrimenti come motivare il dato dell’Abbruzzo che, nonostante i fatti del 6 aprile, nel 60% delle nuove costruzioni ancora non ricorre a tali norme.
Ma anche la Calabria è una tra le Regioni italiane a maggior rischio sismico. La recente riclassificazione sismica del territorio nazionale, effettuata ai sensi dell’ordinanza n. 3274 del 20 marzo 2003, ha classificato l’intero territorio nazionale in quattro zone indicate con i numeri da 1 (a maggior rischio) e 4 (a minor rischio). I 409 comuni calabresi ricadono tutti nella zona 1 o 2, precisamente 261 ricadono nella zona 1 e 148 nella zona 2.
Se i criteri di sicurezza antisismica secondo cui vengono realizzate le case dipendono dal rischio stimato che in quella zona si verifichino dei terremoti allora il 33% della Calabria da cosa dipende? Non curanza dei criteri di sicurerzza o difficoltà tecniche nella loro applicazione? Di certo non sono i costi ad essere priobitivi. Costruire una casa secondo i nuovi criteri antisismici costa appena il 10% in più, semmai sono i tempi a dilatarsi e quindi realizzare una casa a prova di terremoto comporta un’attesa maggiore per il compratore. Dal punto di vista propriamente tecnico per costruire una casa che rispetti i vincoli di resistenza ai sismi attualmente in vigore vi sono prevalentemente tre tecniche. Si va dal più semplice allargamento delle sezioni dei pilastri portanti per dare maggiore resistenza alle sollecitazioni; ad una più invasiva, almeno dal punto di vista estetico, simmetria in massa (ovvero rispetto ad una ipotetica linea verticale che delimita a metà la costruzione ci devono essere gli stessi pesi a destra e a sinistra); terza posibilità è la regolarità in altezza (ovvero la struttura non deve presentare dissimmetrie evidenti sul piano verticale).
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