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di Antonella Giacummo

POTENZA – «Una scuola sicura». E’ questo che urlano nei megafoni genitori e alunni della “Beato Bonaventura” di via Leoncavallo. Una scuola sicura è quello che pretendono davanti al sindaco, Vito Santarsiero, e all’assessore alla Pubblica istruzione, Massimo Maria Molinari. «Nessuna strumentalizzazione politica – ribadiscono – noi non siamo nè di destra nè di sinistra: vogliamo solo la sicurezza dei nostri figli».
Ieri mattina, in una riunione dai toni molto accesi, alunni, genitori e amministrazione hanno cercato un punto di equilibrio tra le diverse posizioni. Davanti alla sede del Comune la manifestazione. Dentro un confronto serrato tra due diversi modi di pensare, tanto che a un certo punto anche Santarsiero se ne accorge: «basta dire voi e noi, qui non ci sono due fazioni». Ma i genitori – e i loro ragazzi – che sono lì a rappresentare tutti quelli fuori, vengono fuori da giorni di battaglie. E sono stanchi, vogliono carte, documenti, impegni precisi «ma che siano tutti messi per iscritto». Non si fidano i genitori. Ed è con grande difficoltà che sindaco e assessore cercano di farsi ascoltare. Solo dopo un paio d’ore si arriva a una proposta da parte dell’amministrazione: trasferimento, fino alla fine dell’anno scolastico in corso, di tutte le classi alla scuola media Torraca, con l’impegno di trasferire poi l’intera sede – ben 11 classi – nel nuovo plesso vicino alla “Domiziano Viola”. Questo però sarà possibile solo dal 1 settembre, prima è impossibile: quelle aule erano state pensate per la materna, sono piccole per una scuola media. Saranno necessari quindi nuovi lavori per buttar giù qualche tramezzo e allargare gli spazi. Ora saranno i genitori a decidere cosa vogliono fare.
Sabato mattina alle 9, intanto, i genitori, il sindaco e l’assessore saranno alla scuola media Torraca per un sopralluogo. Verificheranno le condizioni delle aule e della palestre e valuteranno insieme in quali condizione è la scuola che potrebbe ospitare i ragazzi per i prossimi due mesi.
I genitori parlano di infiltrazioni e di condizioni igieniche non proprio ottimali, ma il sindaco rassicura. «La scuola media Torraca è in grado di ospitare tutte le classi e di mettere a disposizione anche la palestra».
Ma per i genitori della scuola di via Leoncavallo, la scuola media “Torraca” non rispetta i necessari parametri di sicurezza. «A dirlo non sono io, che non sono un tecnico – dice Anthony Clementi – ma alcuni documenti. Parlo della “Relazione sulla vulnerabilità sismica degli edifici scolastici della città di Potenza”, per esempio. Quello studio inserisce il plesso di via Manhes (la Torraca, ndr.) tra le strutture con una qualità strutturale globale bassa. E che devono scrivere i tecnici per far capire che ci sono dei rischi? Che crollerà?».
«Dobbiamo fare chiarezza su questo punto – dice Santarsiero, alzando la voce per farsi ascoltare – la scuola media Torraca è assolutamente sicura. E’ strutturalmente sicura, la quantità di calcestruzzo è certificata. Ma se non ci mettiamo d’accordo su questo è inutile andare avanti. Se non riuscite a convincervi di questo allora ditemelo: io posso chiudere quella scuola e la chiudo stamattina. Ma poi vi dico che strutture così come voi le chiedete a Potenza non esistono. Nè a livello scolastico nè a livello di abitazioni. Io vi assicuro che la Torraca è una scuola strutturalmente sicura. Altro discorso è l’adeguamento antisismico, perché come tutti gli edifici costruiti a Potenza prima del 1980, anche il plesso di via Manhes non rispetta le vigenti norme antisismiche. Ma questo non significa che quelle strutture crolleranno, le prove che abbiamo fatto ci dicono che il calcestruzzo è sicuro. Insomma, anche io abito in una casa costruita prima del 1980: ma se dovessimo chiudere tutte le strutture che non rispettano le vigenti norme antisimiche dovrei iniziare a emettere ordinanze a partire dall’ospedale e mezza città rimarrebbe senza casa». Parole che non convincono i genitori, che confermano l’intenzione di presentare degli esposti.
«Abbiamo messo a disposizione 5 milioni di euro per i lavori alla scuola media Torraca – continua il sindaco – ma vorrei far presente anche le nostre difficoltà. Ormai la maggior parte degli oneri relativi all’edilizia scolastica pesano su Comuni e Province, dal Governo nazionale arrivano pochi spiccioli, certamente non sufficienti per tutte le esigenze».
Ma anche su questo i genitori hanno da ridire: «i soldi per le fontane ce li avevano? Perché non sono stati utilizzati per le scuole?».
Un unico punto sembra chiaro: dal primo settembre prossimo i 259 alunni della “Beato Bonaventura” – 11 classi in tutto – avranno una nuova sede, quella in via Leonardo da Vinci. Ieri nel pomeriggio è stato approvato anche il relativo atto deliberativo. Resta l’incognita di questi ultimi due mesi: tutti alla Torraca – perchè, come urla una mamma davanti al Comune, «siamo una scuola sola» – oppure continuare “a viaggiare” divisi: le prime nel plesso di via Manhes, gli altri in via Leoncavallo.
«Ma che senso ha – si chiede il capogruppo dell’opposizione, Giuseppe Molinari – spostare le classi a due mesi dalla fine delle lezioni? Sarebbe questa l’unica scuola d’Italia. La cosa più razionale è lasciare le cose così come stanno fino alla fine dell’anno scolastico e poi a settembre in via Leonardo da Vinci, in una struttura bella e solida. Un trasferimento oggi non avrebbe senso neppure dal punto di vista dei trasporti: ora serve un solo pulmino, dopo ne servirebbero tre. Ma è questo il modo di gestire le cose?».
Ma in questa complicata vicenda tante sono le cose poco razionali: per esempio c’è una scuola – la “Beato Bonaventura”, con 11 classi e 259 alunni – che è succursale di un’altra (la “Sinisgalli”) che è da tutt’altra parte della città. Così si risparmia – spiegano – sulla dirigenza scolastica. Ma si tratta di due plessi non solo distanti geograficamente, ma anche con precise e diverse esigenze. Ha un senso questo accorpamento della dirigenza? E poi c’è la scuola media “Torraca”, al centro della città e, in un tempo evidentemente molto lontano, assai rinomata. Oggi ci sono quattro classi in un plesso enorme. E devono convivere con un’altra scuola media, la “Beato Bonaventura”. Almeno fino a fine anno, poi non si sa cosa ne sarà di uno spazio enorme per cui sono stati stanziati 5 milioni di euro. Verrà trasferita qualche altra scuola probabilmente, per evitare che quella struttura venga abbandonata.
E poi c’è – e anche questo bisogna dirlo – l’atteggiamento ambiguo anche di molti genitori. Molinari ha sottolineato come in assessorato si presentassero ogni giorno genitori che chiedevano di spostare quella o questa classe a seconda dei loro bisogni. Ed è vero che per alcuni di loro la sicurezza non è la bandiera di questa battaglia. Ieri qualche mamma si lamentava del fatto che lo spostamento comporterà disagi in più: dovrà portare il figlio lontano da casa e «ora dovranno fare le scale mobili anche per noi», qualcuna ha commentato. Una storia complessa davvero, dalle tante sfaccettature. Ieri, tra i genitori, c’era anche chi tirava in ballo la dirigente scolastica Gallo, accusata di aver avuto un atteggiamento non sempre lineare: «la dimostrazione – ha detto una delle mamme – è che qui a manifestare non ci sono i docenti e non c’è lei. E non c’è neppure una rappresentanza della media “Sinisgalli”, nonostante sulla carta si dica che dovremmo essere una sola scuola».

https://vivi-potenza.ilcannocchiale.it/2010/03/15/quanto_e_sicura_la_scuola_di_t.htmlIl blog vivipotenza lancia un dibattito sulla sicurezza degli edifici scolastici in città

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