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“In Calabria ci sono state 550 frane negli ultimi due inverni di cui 300 nel 2009/2010 e 250 nell’inverno precedente”. Lo ha affermato il presidente dell’Ordine dei Geologi della Calabria, Arcangelo Francesco Violo, in vista del Forum nazionale sul dissesto idrogeologico “Le frane in casa”, in programma il 16 giugno a Roma. “Inoltre – ha aggiunto – nell’ambito di uno studio realizzato nel 2008 che ha interessato solo il 50% del territorio calabrese, sono state censite ben 10 mila frane. La Calabria è caratterizzata da un territorio intrinsecamente fragile e molto predisposto al dissesto idrogeologico”. “Nell’ultimo inverno – ha sostenuto Violi – sono stati quantificati, e non sono ancora dati precisi, oltre un miliardo di euro di danni in Calabria. Benché la Regione abbia varato la prima fase del Piano di Difesa del Suolo, rivolta agli interventi puntuali ed urgenti, con circa 220 interventi previsti per 170 milioni di euro di importo finanziato, le procedure necessarie per rendere gli interventi cantierabili saranno piuttosto lunghe e dunque sappiamo già, con certezza, che in Calabria trascorreremo il prossimo inverno senza aver messo in sicurezza tutte le criticità manifestatesi in queste ultime due stagioni invernali”. “Centinaia – ha proseguito il presidente dell’Ordine dei geologi della Calabria – sono le persone ancora evacuate nella nostra regione, a causa delle frane. Non solo a Maierato, ma, ad esempio, anche nella periferia di Catanzaro ed esattamente nel quartiere Ianò. Decine di famiglie sono ancora costrette a restare fuori casa per l’attivazione di una grande frana: al riguardo è stato predisposto un piano di monitoraggio continuo atto a seguire l’evolversi di questo importante fenomeno. Tuttavia, anche in questo caso, gli interventi di messa in sicurezza tardano ad arrivare”. “Riteniamo – ha sostenuto Violo – che la difesa del suolo debba diventare il tema centrale di governo del territorio. Crediamo che sia necessario puntare sulla prevenzione, in primo luogo attraverso studi di pianificazione territoriale, programmando gli interventi urbanistici nelle aree stabili. E’ necessario predisporre un piano organico di difesa del suolo che metta in sicurezza il territorio anche attraverso il controllo e la manutenzione continua del territorio stesso, coinvolgendo i geologi nelle attività di monitoraggio diretto del territorio attraverso l’instaurazione di presidi territoriali finalizzati a segnalare per tempo le criticità. Come Ordine dei Geologi della Calabria, abbiamo sempre richiesto alle autorità competenti, l’incremento della presenza dei geologi nelle strutture di controllo dei progetti: riteniamo, infatti, che la ‘sicurezza geologica’ non possa prescindere dalla qualità della progettazione”. “La Calabria – ha concluso Violo – è una delle regioni a più alto rischio sismico d’Europa. Tutti i 409 comuni calabresi sono a rischio sismico, di cui ben 261 ricadono in Zona 1 ed i restanti 148 in Zona 2. Tre capoluoghi di provincia, Cosenza, Vibo Valentia e Reggio Calabria ricadono in Zona 1. E’ indubbia la necessità di mettere in sicurezza gli edifici, privati e pubblici, a più alta vulnerabilità”.

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