X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

«Il ponte sullo Stretto di Messina si può realizzare nei tempi previsti e con un forte risparmio rispetto ai costi degli anni Ottanta». È quanto ha affermato Aurelio Misiti, portavoce nazionale del MPA, nel corso di un incontro dibattito organizzato a Roma dal Copit, Comitato di Parlamentari per l’Innovazione Tecnologica. «Il passaggio dal progetto preliminare a quello definitivo sarà l’occasione – ha spiegato Misiti – per aggiornare l’impostazione che risale agli anni Ottanta e tenere conto delle nuove tecnologie in termini di scienza dei materiali, di aerodinamica e di organizzazione dei cantieri offshore. La scienza e la tecnologia dei materiali ha conseguito importanti risultati negli ultimi venti anni e consentirà di utilizzare leghe più leggere e meno costose per realizzare le funi, che costituiscono uno dei tre elementi portanti del ponte. Così pure per l’impalcato, secondo elemento portante, e cioè la struttura su cui transitano i veicoli – ha affermato Misiti – l’avanzamento nella sperimentazione aerodinamica consentirà un impatto più «dolce» con i venti e la possibilità di separare la mobilità su gomma da quella su ferro, progettando una sezione che consenta di realizzare il passaggio dei veicoli su due livelli.
A questo fine il Movimento per le Autonomie MPA – è stato annunciato dal portavoce nazionale del partito – ha presentato emendamenti alla manovra economica in discussione al Parlamento, per un totale di cento milioni di euro, che prevedono la realizzazione di due grandi laboratori scientifici situati a Messina e a Reggio Calabria. Il primo, di Scienza e tecnologia dei nuovi materiali, da affidare a un consorzio delle tre Università siciliane con Sapienza di Roma e il secondo, di aerodinamica e aeroelasticità, da affidare a un consorzio delle tre Università calabresi con il Politecnico di Milano. L’esperienza ultra ventennale di consolidamento dei terreni in profondità marine – ha poi aggiunto Misiti – dovrà essere verificata dai progettisti al fine di esplorare la possibilità di installare le torri, terzo elemento portante, direttamente in mare. In tal caso si avrebbero due immediate conseguenze importanti: un consistente vantaggio economico sugli espropri e l’avvicinamento delle due torri, che porterebbero ad un valore dell’investimento più contenuto e remunerato solo dal pedaggio, senza spese per lo Stato».

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE