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di PIERO QUARTOMATERA – «IL TEMPO è scaduto, questi sono gli ultimi sette giorni». Salvatore Adduce è costretto dalla sua maggioranza a prendere altri sette giorni prima di avere un presidente del Consiglio comunale, ieri infatti si è votato l’ennesimo rinvio che però è limitato nel tempo e dovrà determinare al più presto una soluzione. Ventisette i voti favorevoli al rinvio, nove i contrari e quattro gli astenuti.
E Adduce ieri ha parlato di «valutazione critica e negativa allo stallo che si è determinato» ed ha poi aggiunto che «è una considerazione che faccio con rammarico visto che una maggioranza forte non riesce in Consiglio comunale a trovare quella coesione necessaria per nominare il presidente». Adduce ha poi sottolineato «l’evidente contraddizione di un governo, un sindaco, degli assessori nel pieno dei loro poteri ma che non riesce a darsi un presidente del Consiglio. E’ il caso che tutti colgano il dato di questa distinzione e contraddizione».
Poi l’ammonimento alla maggioranza che aveva tutta l’aria di un vero e proprio avvertimento anche se Adduce ha preferito rifuggere da quest’espressione.
«Mi impegnerò per i prossimi sette giorni con tutte le mie forze perchè la maggioranza trovi una soluzione condivisa nella scelta del presidente del Consiglio comunale ed esca da questo stallo, se ciò non avverrà con la stessa forza presenterò una proposta al Consiglio per uscire da questa situazione, il tempo adesso è scaduto. O questo stallo si risolve con una normale dinamica oppure altra sarà la soluzione». L’intervento del sindaco ha scatenato ovviamente le repliche provenienti dalle opposizioni con Angelo Tosto che ha chiesto chiaramente al sindaco di «fare oggi stesso una proposta da votare avendo il coraggio, gli attributi di affrontare la situazione» e annunciando il voto contrario dei consiglieri delle liste civiche al rinvio e parlando di vera e propria «vergogna» rispetto a questa scelta. Diversa ma ugualmente critica la posizione di Saverio Acito: «noi siamo pronti a lavorare, a confrontarci, a discutere perchè oggi questo Consiglio, questi consiglieri non conoscono, non possono essere coinvolti nelle scelte che vengono fatte. E’ necessario però che una decisione si prenda».
Il Pdl ha votato con i quattro consiglieri presenti (Giammichele Vizziello infatti era assente) con l’astensione marcando la propria contrarietà alla non elezione del presidente del Consiglio ma dando una sorta di ultima chance alla maggioranza.
Dal coro si è discostato, nell’opposizione, il consigliere Salvatore Caputo che è stato il ventisettesimo voto favorevole al rinvio della seduta ed ha votato con la maggioranza: «questo vuol dir solo che io sono per il funzionamento al più presto del Consiglio comunale», ha ribadito Caputo al termine della seduta, «io sono all’opposizione e resto all’opposizione ma ho intenzione di farlo in maniera costruttiva e non distruttuva. Mi sento una persona libera».
La scelta di Caputo segna naturalmente un distacco dal resto delle civiche e apre un piccolo varco nella compattezza dell’opposizione anche se i problemi della maggioranza sono altri e sono tutti interni al Partito Democratico ed al resto della coalizione. La seduta si era aperta con il sindaco che ha espresso attenzione al problema dei lavoratori dell’ex Cosin presenti nell’aula consiliare della Provincia e in attesa di una soluzione all’interruzione del loro rapporto di lavoro e manifestato la necessità di un confronto continuo delle istituzioni a queste grandi emergenze che ci sono sul territorio.

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