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di GIOVANNI ROSA «Palazzo non vuole diventare un’altra Rosarno». Ha usato questo slogan la Presidente della commissione Schengen – Europol – Immigrazione Margherita Boniver per riunire tutte le anime che nella giornata di ieri si sono succedute durante l’incontro nel municipio. «Non abbiamo soluzioni pronte da offrire – ha aggiunto – La questione è complessa. E’ ovvio che il Comune non può fare tutto da solo. Ci deve essere la buona volontà di tutti in particolare degli imprenditori che devono fare la propria parte». Il vice presidente della commissione, Ivano Strizzolo, pur condividendo il pensiero della Boniver ha parlato senza mezzi termini di «situazione preoccupante».
«Faremo – ha aggiunto – le valutazioni del caso nel limite delle competenze in mano a questa commissione, per dare un valido aiuto alle istituzioni e alle forze dell’ordine. E’ il segnale che il Parlamento vuole dare attenzione a un territorio come quello lucano». Vincenzo Taddei, membro della commissione che ha fortemente voluto la visita, ha parlato dell’incontro come di «un punto importante» anche se non sono mancate critiche alla Regione perchè «c’è bisogno di una linea politica precisa, coinvolgendo anche le regioni vicine come la Puglia in una concertazione che dia risposte definitive al problema». Taddei vede, nel progetto di “Campo di ammassamento” gestito dalla protezione civile, una soluzione al problema.
«Ci vogliono 1.800.000 euro. 1.000.000 sono stati già stanziati – ha detto – il resto dovrebbe farsene carico la Regione».

Lo scontro tra Pagano e Martorano

E’ STATA una mattinata piuttosto movimentata quella di ieri. Lo scontro istituzionale – che si è consumato sotto gli occhi della commissione parlamentere – tra il sindaco di Palazzo San Gervasio, Federico Pagano e l’assessore regionale alla Sanità, Attilio Martorano, dà il senso di “impreparazione” di tutta la macchina dell’accoglienza alla vigilia della campagna del pomodoro.
Non che non se ne sia discusso nei mesi scorsi, ma la sensazione avuta durante l’incontro di ieri mattina verte proprio in questa direzione.
Tutti i significativi passi fatti nelle settimane scorse sono stati vanificati nelle ultime ore.
Al centro della singolar tenzone, «l’impossibilità – lo ha detto il primo cittadino – di poter accogliere le osservazioni della Regione».
Al Comune, in poche parole, non piace la struttura della delibera regionale che prevede «la massima trasparenza – lo ha invece ribadito l’assessore regionale – nelle procedure di gestione». Il sindaco per nulla intimidito della presenza della commissione presieduta dalla Boniver, ha replicato: «Allora gestitevelo voi. Il campo io non lo apro». E Martorano, candidamente ha aggiunto: «Se questa è la situazione nominiamo un commissario ad acta». Una soluzione che in un primo momento ha convinto tutti. Salvo poi un passo indietro del sindaco. «Domani mattina (questa mattina per chi legge ndr) scriverò alla Regione per comunicare l’impossibilità dell’amministrazione di poter gestire il campo di accoglienza». A margine dell’incontro ha rincarato la dose. «Apro il campo – ha detto – se questo commissario mi darà ampie garanzie». Ha poi aggiunto con tono molto duro: «nessuno può venire nel mio comune e fare il padrone». Che il campo debba aprire, dunque, non è ancora certo come è certo che una soluzione è lungi dall’essere stata trovata. Se a questo si aggiunge il fatto che mancano una quindicina di giorni prima dell’arrivo degli extracomunitaria, «la situazione -sono state le parole del vice presidente della commissione di Schengen, Ivano Strizzolo – è drammatica». Ad alimentare ulteriori polemiche ci ha pensato poi Pietro Simonetti. Il presidente regionale della Commissione immigrati, senza peli sulla lingua, ha parlato dei lavoratori stagionali come di «un bancomat per i caporali» descrivendo uno scenario non poco lusinghiero della vita all’interno del campo di accoglienza: scontri tra etnie, episodi di violenza e una generale anarchia. Peccato che la descrizione abbia creato non pochi imbarazzi all’interno delle forze dell’ordine e soprattutto abbia fatto da contraltare – in alcuni punti – alla situazione descritta poco prima dal prefetto. Il Questore di Potenza, Romolo Panico, piuttosto stizzito dalle parole di Simonetti, ha sussurrato nel marasma generale che si era creato: «Se ha le prove di quello che dice ce le deve portare». Nel corso della giornata si sono succeduti vari interventi, anche polemici. La Caritas diocesana rappresentata dal direttore don Nicola Moles e Luciana Forlino si è messa a disposizione per gestire il campo attraverso un comodato d’uso gratuito. «Una domanda poi vorrei fare a chi negli ultimi anni ha gestito la struttura – ha detto la collaboratrice dell’ufficio diocesana – dove sono finiti i soldi stanziati della Regione?». Hanno poi parlato i sindacati e le associazioni. Mancavano all’appello i rappresentanti degli imprenditori. Alla fine della giornata la sensazione che rimane è quella di uno scontro che, salvo capovolgimenti dell’ultima ora, si protrarrà ancora per qualche tempo. Rimane in piedi la soluzione del commissario, anche se il tempo a disposizione per il suo operato sembra davvero poco.

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