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Roberto Maroni sarà ogni mese a Reggio Calabria per presiedere riunioni con magistrati e investigatori per fare il punto nell’azione di contrasto contro la ‘ndrangheta e tutte le forme di criminalità. Ad annunciarlo è sato lo stesso ministro a conclusione degli incontri che ha avuto ieri a Reggio Calabria con il procuratore generale ed il procuratore della Repubblica, Salvatore Di Landro e Giuseppe Pignatone, e con il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti.
Oggetto degli incontri le intimidazioni compiute, a partire dallo scorso mese di gennaio, contro il procuratore generale Di Landro e magistrati della Dda reggina e contro il presidente Scopelliti.
L’intimidazione più recente contro il magistrato è l’ordigno fatto esplodere nella notte fra il 25 ed il 26 agosto scorsi davanti alla sua abitazione, mentre quella messa in atto contro Scopelliti è rappresentata dalle quattro lettere minatorie fattegli recapitare ieri. Nella busta contenente una delle quattro lettere erano stati inseriti due proiettili.
Una situazione che ha indotto il Governo, ed il ministro dell’Interno in particolare, a riservare a Reggio e a tutta la Calabria un’attenzione particolare, con l’attuazione di quel modello operativo che a Caserta ha prodotto significativi risultati.
«Penso che sarà utile riprodurre anche a Reggio Calabria – ha detto Maroni – il ‘modello Casertà organizzando incontri periodici con le forze dell’ordine e la magistratura ai quali interverrò personalmente. E questo perchè si tratta di riunioni che sono utili per coordinare le attività investigative, fare il punto della situazione e aggiornare mensilmente le informazioni predisponendo tutto quello che serve per contrastare i tentativi intimidatori che sono stati messi in atto».
Maroni si è detto anche convinto che «le intimidazioni che sono state attuate contro i magistrati reggini rappresentano la reazione da parte della criminalità organizzata all’attività investigativa molto importante e ai risultati che sono stati ottenuti contro la ‘ndrangheta. Una reazione che è legata, di fatto, al nuovo atteggiamento contro la criminalità organizzata che c’è a tutti i livelli. E per contrastare questa reazione e questi atti intimidatori io voglio che si avverta in maniera sempre più concreta la presenza dello Stato».
Anche Salvatore Di Landro ha commentato positivamente l’incontro con il minsitro: «E’ stato un incontro operativo. Il ministro Maroni è una persona molto cordiale e molto aperta con la quale è facile instaurare un dialogo».
Il procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro ha aggiunto: «Speriamo che vengano i risultati. Qui si discute ma poi ci devono essere i dati che riscontrano quello che ci siamo proposti di fare. Lo ritengo un fatto significativo rispetto alla solitudine che ho provato in questi mesi. La provavo quando, per certi versi, sembrava che non si rendessero conto della tensione che cresceva intorno a me e che nasceva da questa situazione che si è protratta dal 3 gennaio in poi. Sembrava quasi ci fosse una sottovalutazione del fenomeno che cresceva intorno a me. Certamente mi ha creato una certa amarezza».
«Il ministro – ha proseguito – mi ha ascoltato, ha preso atto di quello che era il mio convincimento e cioè che questa personalizzazione nasce da qualcosa di anomalo che io avrò fatto secondo la valutazione della criminalità organizzata. Da parte mia continuerò a dimostrare grande impegno, grande serenità. Credo che questa sia la difesa migliore».
Il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, parlando con i giornalisti a conclusione dell’incontro con Maroni, ha fatto una denuncia molto forte contro le «lobbies della sanità, che hanno collegamenti – ha detto – col potere criminale. E sono quelle stesse lobbies che noi con la nostra azione stiamo contrastando».

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