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Il documento contenente i particolari di un summit che si sarebbe svolto tra gli esponenti delle cosche della malavita italiana, e che sarebbe avvenuto a Messina per programmare la nuova stagione delle stragi è giunto oggi alla Procura della Repubblica di Catanzaro, che avrà il compito di investigare in particolare sulla fondatezza dell’indicazione, fra i magistrati finiti nel mirino della criminalità, del procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone ed il suo vice Michele Prestipino, dal momento che spetta a Catanzaro la competenza funzionale nei procedimenti che vedono coinvolti magistrati in servizio nella città sullo Stretto.
Il fascicolo relativo a questa segnalazione legata alla «riservata» giunta alla Dia di Caltanissetta è all’attenzione del procuratore capo di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo. Si tratta di uno scritto anonimo in cui sono contenute rivelazioni di una fonte confidenziale che avrebbe preso parte ad incontro avvenuto a Messina tra «rappresentanti delle famiglie palermitane, uomini della Locride e un napoletano», riunitisi per organizzare attentati contro vari esponenti della magistratura, tra cui Sergio Lari, a capo della procura nissena, l’aggiunto Domenico Gozzo e il sostituto Nicolò Marino, il magistrato campano Raffaele Cantone, da anni in prima linea contro i Casalesi ed oggi in servizio in Cassazione, ed infine Pignatone e Prestipino.
Per quanto attiene alle minacce relative ai magistrati non in servizio in Calabria, le indagini sono state avviate dalla procura di Catania, dove il documento riservato è arrivato ieri mattina.

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