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di ALESSIA GIAMMARIA A incastrarlo è stato l’accendino che aveva in tasca che mal si conciliava con la sua affermazione: «Io non fumo». E così i carabinieri hanno potuto “incastrare” un sedicenne del capoluogo – il ragazzo è stato denunciato – accusato di essere il piromane che domenica pomeriggio ha dato fuoco ad alcuni cassonetti dei rifiuti sistemati in viale Marconi nei pressi dello stadio Viviani. L’episodio di domenica è solo l’ultimo, in ordine di tempo, di una lunga serie di episodi analoghi verificatisi in varie parti della città.
Intorno alle 16 di domenica pomeriggio il centralino della centrale operativa dei carabinieri della Compagnia di Potenza viene subbissato di telefonate da parte di cittadini che segnalano cassonetti in fiamme nella zona di viale Marconi. Telefonate giunte anche alla sala operativa dei Vigili del fuoco.
Nei pressi dello stadio Viviani in pochi minuti sono arrivati sia i Vigili del fuoco che carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Potenza.
E mentre i pompieri provvedevano a spegnere le fiamme che stavano per lambire anche le autovetture parcheggiate vicino ai cassonetti, gli uomini dell’Arma hanno raccolto le testimonianze di alcuni residenti delle zona che si sono accorti di quello che stava accadendo sotto le loro abitazioni. Ai carabinieri i cittadini hanno fornito una serie di elementi – come l’altezza, il colore del giubbino che il ragazzo indossava e il colore dei capelli – rivelatisi utili al fine di identificare il piromane.
Una serie di pattuglie hanno cominciato a girare tra viale Marconi e rione Francioso. E’ bastato poco. I carabinieri hanno subito intercettato – nelle vicinanze del luogo del misfatto – e fermato il ragazzo: un sedicenne di Potenza, studente di scuola superiore, senza precedenti penali. Il ragazzo – la cui descrizione corrispondeva a quella fornita dai cittadini – è stato portato in caserma dove è stato perquisito. E così è saltato fuori l’accendino. La domanda, da parte dei carabinieri, è stata d’obbligo: «Tu fumi?». Il ragazzo ha detto: «No». Un diniego che, oltre al possesso dell’accendino e agli elementi raccolti dalle testimonianze dei cittadini, hanno fatto sì il sedicenne in stato di libertà per il reato di danneggiamento aggravato. A questo punti gli uomini dell’Arma agli ordini del capitano Pantaleone Grimaldi, hanno subito avvisato il magistrato del tribunale dei minori che ha ne disposto l’affidamento del ragazzo al padre. L’uomo, che lavora come operaio, giunto in caserma ha manifestato tutta la sua disapprovazione per il gesto compiuto dal figlio. Figlio a cui ha anche promesso una severa punizione. L’individuazione di questo ragazzo è considerata dai carabinieri «un importante tassello per le indagini, già in corso, per accertare l’identità degli autori degli altri espisodi di cassonetti dati alle fiamme». Anche negli altri casi, infatti, le notizie raccolte, fanno desumere che gli autori degli atti vandalici siano tutti minorenni. Insomma non è da escludere che in città si sia formata una vera e propria “banda” di ragazzini dediti a dare fuoco ai cassonetti dei rifiuti. I carabinieri si sono appellati al buon senso dei cittadini – che già da giorni avevano cominciato a collaborare attivamente con gli uomini dell’Arma – e li hanno invitati «a riferire con immediatezza alla centrale operativa, qualsiasi tentativo da parte di chiunque di danneggiare cassonetti o altre opere di arredo urbano, solo in questo modo si potrà difendere efficacemente il patrimonio pubblico ed evitare le gravi conseguenze che da tali atti possono derivare».

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