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di ROCCO CASELLA
FINO a qualche anno fa i conti correnti delle varie utenze (Italgas, Enel, Telecom etc.) si potevano pagare solo alle poste, e alzi la mano chi non si ricorda quali file si sono dovute sopportare (e si sopportano) prima di potersi trovare di fronte all’operatore che in qualche secondo effettua l’operazione del pagamento del c/c, ma dopo molti minuti di interminabili file. Da qualche anno le cose sono cambiate, adesso si possono pagare le tante bollette che riceviamo (ne ho stimato circa 40 per nucleo familiare) ogni anno sia alle poste, che in banca che ai tabacchini che hanno aderito alle convenzioni con gli istituti bancari. Occorre però fare qualche precisazione: alle poste la tassa è di 1,10 euro e per chi supera i 75 anni di età 0,77 euro. Alle banche si paga anche 2 euro e nulla se si fa la domiciliazione delle bollette sul proprio conto corrente, mentre ai tabacchini si trova quello dove si paga 1 euro ed altri dove si paga 1,55 ed altri 2 euro. Insomma la liberalizzazione ha portato qualche vantaggio in tema di fila da fare agli sportelli, però lascia dubbi relativamente alla confusione che può ingenerare negli utenti, perché pagare al tabacchino sicuramente si fa prima che pagare alle poste e si risparmiano anche 10 centesimi, ma bisogna però fare attenzione in quale tabacchino si entra perché se ne può uscire con una tassa di 2 euro a c/c. Sono lontani quei tempi in cui si poteva andare nei vari uffici senza pagare le commissioni: in piazza Matteotti c’era l’ufficio della Sip, sotto il ponte di Montreale quello dell’Enel. Adesso c’è la confusione ed anche un attacco alle tasche dei cittadini. Se pensiamo alla vecchia lira, pagare 4mila lire per la tassa su ogni conto corrente è oggettivamente caro, se lo potessi dire a mia nonna o non mi crederebbe oppure direbbe che non sto bene.

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