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«La reazione dei reggini e di tutti i calabresi è stata eccezionale dopo l’attentato di un anno fa contro la Procura generale e le altre intimidazioni che sono seguite contro altri magistrati». Lo ha detto il Procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, intervenendo alla manifestazione promossa dal Comitato ‘Reggio non tace’ nel primo anniversario della bomba fatta esplodere contro la Procura generale.
«Si è avuta la piena sensazione – ha aggiunto Di Landro – della grande volontà di riscossa della popolazione. Non era mai capitata una sequenza di intimidazioni pari a quella portata avanti nei confronti della magistratura reggina e dei suoi vertici. La partecipazione della società civile è stata forte, massiccia e costante, soprattutto per quanto riguarda le sue categorie più semplici».
Di Landro ha anche proposto che vengano seguite «procedure straordinarie e sistemi speciali per la copertura dei posti vacanti nella magistratura reggina, anche facendo venire meno – ha detto il Procuratore generale – le garanzie che hanno i giudici di prima nomina nella libera scelta della loro sede di lavoro».
Il Procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Michele Prestipino, intervenendo all’iniziativa ha dichiarato: «Sono convinto che qui a Reggio è iniziata una battaglia che lo Stato può vincere. Una preoccupazione in tal senso è stata espressa anche da alcuni mafiosi, che in alcune intercettazioni hanno detto di temere di non avere più ‘presà sulla gente e di perdere consenso». «In questa città – ha aggiunto – è in atto una reazione, anche se se ne vedono ancora bene i contorni. Ma si tratta di un fatto comunque significativo». Dall’iniziativa «Un anno insieme» sono emerse una serie di proposte operative per l’anno in corso. Per il 3 maggio, tra l’altro, è prevista una marcia della pace da San Luca a Polsi, “con lo scopo – è stato spiegato – di fare uscire il movimento Reggio non tace dall’ambito cittadino».
Altre iniziative saranno dedicate al mondo dell’informazione ed alla costituzione di una «rete» cittadina tra associazioni e movimenti che si occupano di contrastare la criminalità organizzata in questa città. Ma anche una sollecitazione al mondo della scuola per coinvolgere non più in maniera sporadica insegnanti e studenti sul tema della lotta alla ‘ndrangheta. Ci sarà, inoltre, il coinvolgimento del mondo politico e di quello delle professioni.
«La mia convinzione – ha detto il Procuratore della Repubblica di Palmi, Giuseppe Creazzo – che un giorno la ‘ndrangheta sarà sconfitta. Un giorno che, dopo la bomba del 3 gennaio dello scorso anno, davanti alla sede della Procura generale è sempre più vicino. Un effetto quella bomba lo ha avuto ed è rappresentato dal risveglio delle coscienze e di molti calabresi onesti. Si è trattato della prima vera reazione della società civile in Calabria. Reggio non tace ha avuto il merito di una vitalissima e tempestiva azione, a sole poche ore dall’attentato del 3 gennaio scorso. Ed a quella, altrettanto spontanee, sono seguite altre iniziative come quella volta a contrastare le manifestazioni in favore del boss Giovanni Tegano dopo il suo arresto.
Le manifestazioni si sono poi concluse con un corteo lungo le vie del centro. L’iniziativa, ha visto la partecipazione di centinaia di persone tra cui molti giovani e rappresentanti della società civile, è partita dalla sede della Provincia per concludersi davanti la Procura generale. In testa al corteo uno striscione innalzato da un gruppo di ragazzi in cui è riportato un disegno che riproduce un elettroencefalogramma con la scritta ‘coscienza’ che dopo l’effetto bomba del 3 gennaio da piatto si riattiva. In un altro striscione è riportata la frase: «Facciamo la nostra parte, risvegliamo la coscienza della società civile».
La Calabria dunque, non ha dimenticato e Reggio si stringe attorno a chi, col suo lavoro quotidiano ed a rischio della propria incolumità, difende le legalità e lotta contro il reticolo di poteri, occulti e non, che soffoca l’aspirazione dei reggini a vivere in condizioni di sicurezza e tranquillità.

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