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di VALERIA GENNARO I valori ematici di Alfredo Serra sono proverbiali a Sant’Arcangelo, il sangue scorre nelle note musicali fatte per essere ascoltate e nelle mani dell’uomo, che racchiudono un’incredibile professionalità legata al suo mestiere di barbiere (addetto al taglio di capelli e alla rasatura della barba), questo il ritratto della personalità del santarcangiolese Alfredo Serra, uno degli ultimi barbieri polistrumentisti rimasti in Italia. Una passione, quella per la musica, viscerale, che trascende il mero piacere estetico. Le melodie che si possono ascoltare nella sua bottega gettano le radici nella tradizione. Sita in un salone a plettro, in corso Vittorio Emanuele, è la sede delle ultime barberie d’Italia. Come si sa, nei saloni da barbiere solitamente si discutono affari di politica o gossip locali, da Alfredo Serra, nella parte vecchia del paese, si fa anche musica, si dispone di un repertorio sui generis, con un ritmo e un modo di suonare del tutto particolare. Infatti, dal cuore della trazione diffusa dall’Emilia Romagna alla Sicilia esportata in altri continenti dagli emigranti, arrivano brani tramandati oralmente, un patrimonio che «l’Italia non ha mai saputo valorizzare», afferma Graziano Accinni, chitarrista che da tempo sta esplorando questo tesoro nascosto della musica tradizionale di Basilicata. Un patrimonio sommerso è invece quello della musica nei saloni da barbiere. «Nel paese valligiano – aggiunge l’etnomusicologo Accinni – la tradizione resiste». «La passione per il mestiere di barbiere e l’amore per la musica «procedevano abbinati», afferma Alfredo Serra. Ricordiamo che barbiere era anche il fratello Antonio, mentre il padre Luigi suonava il primo tamburo della banda di Sant’Arcangelo. Serra procede nel racconto: «Negli anni Cinquanta non c’era ancora il lavandino, si usava un rasoio semplice. Sono andato con mio fratello a Torino, e lì abbiamo seguito una scuola e visto il primo phon. Solo nel 1965 siamo ritornati in paese». «Abbiamo – spiega il barbiere chitarrista – la musica nel sangue». Nella bottega di “zio Alfredo”, così lo chiamano in paese i suoi concittadini, si trova tutto ciò che si può immaginare di trovare in una barberia, ma vi è anche una dotazione estremamente assortita di strumenti musicali elettronici, cassette e cd. E poi si possono incontrare altri musicisti che frequentano il locale, come Giovanni La Grotta, docente di religione e Pietro Briamonte, imprenditore. «Queste sonate – commenta Accinni – hanno invaso il mondo, grazie all’apporto di musicanti girovaghi sia dalla zona di Viaggiano, che provenienti dalla Val d’Agri. Qui a Sant’Arcangelo la tradizione dello strumento a corde persiste nel tempo».

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