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SENISE – Ha avuto l’effetto di una bomba, la notizia ar-rivata nel cuore della notte, riguardante la tragedia consumatasi a Cerreto D’Esi in provincia di Ancona.
Nessuno avrebbe mai potuto immaginare un delitto così crudele con protagonisti due senisesi. Rocco ed Angela erano conosciuti da tutti.
Angela è nata il 17 marzo del 1964 a Torino, dove ha trascorso la prima infanzia con il fratello Michele (pure sposato) che vive a Senise e l’altra sorella Antonietta Maria Carmina che vive a Cerreto D’Esi nelle Marche. Il papà Rocco, can-toniere in pensione aveva prima provato a lavorare alla Fiat poi era rientrato ed era stato assunto all’Anas. La mamma invece dopo alcuni anni dal rientro, per una improvvisa malattia era morta a Senise. Roccolino (così come affettuosamente lo chiamavano tutti) quarantotto anni, invece ha altri fratelli, Giovanni che vive tutt’ora a Senise e la mamma. Il papà Giuseppe è mor-to circa un anno e mezzo fa, l’altro fratello Francesco è emigrato nel 1991 al Nord. Due
senisesi doc dunque che si erano conosciuti da ragazzi e che poi avevano
successivamente deciso di andare a cercare fortuna nelle Marche, non prima di aver coronato il loro sogno con il matrimonio. Sancito esattamente il 10 agosto del 1983. Per una storia d’amore di quelle di una volta, apparentemente senza una sola ombra. Fino ad un certo punto come si scoprirà successivamente. Si erano trasferiti a prima ad Arconata nel febbraio del 1989 e successivamente a Cerreto d’Esi e qualche anno dopo (era il 1995) li seguirà anche la sorella di lei.
Dalla loro unione erano nati due figli; una ragazza poi sposatasi e
dunque, “sistemata” ed il ragazzo ventiduenne al quale, povero sventurato, è toccato scoprire il cadavere insanguinato del padre. L’unione e serenità, di Roccolino ed Angela, suscitavano ammirazione ogni qualvolta rientravano a Senise; sempre abbracciati ed affettuosi tra di loro, per trascorrere anche solo pochi giorni di vacanze, magari a Natale a ferragosto o piuttosto in giornate improvvisate. Invece poi, a sentire la gente, questo idillio si sarebbe rotto, qualche tempo fa e forse per questo, da alcuni anni,non erano più venuti in vacanze nel loro paese. Sembra che ad un certo punto si siano anche separati per
poi, dopo poco, riappacificarsi. Almeno così sembrava; il tragico epilogo ha detto esattamente il contrario. Rocco, di spirito gioviale e simpatico, era per questo particolarmente benvoluto dalla gente, anche e soprattutto per via dei suoi tra-scorsi nelle file della locale squadra di calcio; talentuoso, di ottimo possesso palla, era particolarmente bello a vederlo muovere sui campi di calcio. Sapeva segnare tanti gol ma sapeva anche farli segnare.
L’uxoricidio ha riportato alla mente, la sfortuna che perseguita questa famiglia Elefante. Nell’antivigilia di Natale appena passato, nell’incidente stradale della statale 92, era morto lo zio di Angela, Biagio e meno di un mese fa anche la cugina Giuseppina, alla guida dell’automobile coinvolta ed entrata in coma dopo il trasporto nell’ospedale S.Carlo di Potenza. Un susseguirsi di avvenimenti che lasciano un segno indelebile e particolarmente doloroso.

Gianni Costantino

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