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POTENZA – Poteva vantare “coperture” negli uffici di Matera. Suggeriva promozioni e intimidiva i sottoposti. Sono già quattro i dipendenti dell’Agenzia delle entrate finiti nel registro degli indagati. Altri due, non si capisce perchè, figurano nei file ritrovati nel computer della dottoressa Lucia Muscaridola. Non si capisce nè il modo in cui ci siano finiti, nè a che cosa le servisse tenere quelle copie di due banali contratti d’affitto da 400 euro mensili. A meno di non fermarsi a considerare che sono entrambi stipulati con Domenico De Vivo, arrestato con lei dagli uomini della Guardia di finanza – ma ai domiciliari – con l’accusa di averla tenuta per anni sul suo libro paga riservato.
Questa mattina nel carcere di Potenza Lucia Muscaridola comparirà davanti al gip Luigi Spina per il suo primo interrogatorio, quello di garanzia. Sarà assistita da un collegio difensivo d’eccezione composto dall’avvocato Tuccino Pace e dal collega senatore Paolo Sisto (Pdl), noto castigatore di magistrati del foro barese. La dottoressa Muscaridola potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere, ma è più probabile che cercherà di fornire qualche spiegazione, perchè la prospettiva di altri 15 giorni in cella, prima della lotteria del Riesame, non dev’essere facile da digerire per una donna incensurata abituata a ben altre premure, che quelle dei pur bravi agenti della Polizia penitenziaria. “Lotteria” perchè un giudicato negativo del Tribunale della libertà, potrebbe voler dire come minimo altri cinque mesi e mezzo di detenzione e segnare un punto fermo anche in vista di un processo che a questo punto sembra scontato.
Si annuncia una dura battaglia legale, e i due difensori del potente funzionario dell’Agenzia delle entrate potranno contare solo sul sostegno di un altro collega, l’avvocato Gianfranco Robilotta per il commercialista Rocco Tramutola, agli arresti con l’accusa di millantato credito aggravato. Infatti, tre dei quattro raggiunti dalle misure restrittive disposte dal gip, verranno assistiti dallo stesso Tuccino Pace. Oltre a Lucia Muscaridola, Don Mimì De Vivo e Maria Antonietta Albini. Chiaro che se le cose stanno così la linea difensiva si annuncia compatibile a tutte e tre le posizioni, quindi andrebbe esclusa la possibilità che comincino ad accusarsi l’un l’altro nel tentativo di scrollarsi di dosso le proprie responsabilità. Sempre se ci sono.
Altrimenti quello che potrebbe aprirsi è un vaso di Pandora che rischia di travolgere persone, e soprattutto fortune, inimmaginabili. Come per i propri sottoposti la dottoressa Muscaridola, potrebbe averne per i suoi superiori dell’Agenzia, del Ministero e perchè no anche per qualcuno dell’ala militare del dicastero dell’Economia, quelli della Guardia di finanza, gli stessi che l’hanno arrestata. Come vendetta sarebbe micidiale.
In realtà le Fiamme proseguono tranquille nel loro lavoro tutt’al più galvanizzate dal riconoscimento delle attività svolte negli ultimi due anni. Fino a pochi giorni prima del blitz la richiesta del pm Basentini risulta aggiornata da brevi informative mano a mano che viene scandagliato soprattutto l’archivio digitale della signora. Tra le varie cose sembra che abbia destato particolare attenzione la presenza di copie di ricorsi contro alcune decisioni della Commissione tributaria che interessavano alcuni dei suoi «clienti», come li chiamano gli investigatori. La Commissione è un organo sovraordinato all’Agenzia delle entrate, composto anche da magistrati, che decide dei contenziosi aperti dai contribuenti che non si adeguano alle determinazioni dell’Agenzia. Possibile che la dottoressa Muscaridola preparasse dei ricorsi contro sè stessa, cioè l’Agenzia delle entrate? Non ci sarebbe da stupirsi, ma la realtà potrebbe essere ancora più complessa.

lama

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