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Un agente della polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Vibo Valentia è stato aggredito ieri mattina da un detenuto, che all’interno della sala colloqui, gli ha sferrato un pugno in faccia. L’episodio è stato reso noto dal sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe).
Il segretario nazionale del Sappe, Damiano Bellucci, ed il segretario generale aggiunto, Giovanni Battista Durante, sull’episodio hanno evidenziato che «la situazione del carcere di Vibo resta drammatica, al pari delle altre carceri calabresi. A Vibo sono previsti 201 agenti di polizia penitenziaria, ma ce ne sono solo 170. Di questi, 50 sono distaccati in altri istituti e 28 sono impiegati al nucleo traduzioni e piantonamenti. Solo 77 agenti prestano servizio all’interno delle sezioni detentive». «Finora, nonostante i tanti appelli – concludono – lanciati al Dipartimento e alle altre autorità cittadine, nulla è stato fatto. A questi problemi si aggiunge la carenza di risorse economiche e il sovraffollamento dei detenuti».
«Siamo vicini all’agente di polizia penitenziaria di Vibo Valentia ferocemente aggredito in carcere» ha dichiarato attraverso una nota, Lia Staropoli componente dell’esecutivo nazionale e coordinatore provinciale di Vibo del movimento antimafia Ammazzateci tutti. «Notizie come queste – prosegue Staropoli – non vorremmo mai sentirne. Eppure queste aggressioni accadono ogni giorno in tutte le carceri italiane. Non dobbiamo dimenticare le enormi difficoltà che continuano ad affrontare gli agenti di polizia penitenziaria, stremati da tagli e da turni in sezioni sovraffollate». «La polizia penitenziaria – sostiene ancora Staropoli – è un corpo che continua ad operare nonostante le minacce e le aggressioni all’interno e all’esterno delle carceri da parte dei peggiori criminali».

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