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Benedetto XVI conquistato dai giovani; così ha detto lo stesso Pontefice al vescovo di Lamezia Terme, Luigi Cantafora, che domenica lo ha accompagnato nella papamobile e in tutte le fasi della visita pastorale alla diocesi, fino al decollo dell’elicottero per Serra San Bruno dove si è consumata la seconda fase della breve ma intensa parentesi nella regione.
Di Lamezia Terme, di Serra San Bruno e e dei calabresi al Papa è rimasto un ricordo indelebile, secondo Cantafora: «Me lo ha confidato lui prima di partire – rivela il vescovo -. Io gli ho espresso la gioia che ha regalato alla diocesi di Lamezia con la sua visita e mi ha risposto che anche lui era contento di essere stato tra di noi». Dice di più, il presule, assicurando che il Papa «ha sottolineato che era stata una sua volontà precisa visitare la diocesi di Lamezia». E a quanto pare il Pontefice non se n’è pentito: «Era raggiante – assicura Cantafora -. Lo ha colpito il numero di giovani presenti e l’entusiasmo con il quale sono arrivati nella spianata da tutta la Calabria per incontrare il Papa. Ha apprezzato il raccoglimento e la compostezza dei fedeli durante la Messa. E poi, mentre pranzavamo in episcopio, mi ha detto pure di aver notato che il coro ha cantato benissimo». Si è complimentato per l’organizzazione della cerimonia, per il coro e per la gente, rapita dalle sue parole. «Quello di ieri è stato un momento cruciale, stupendo per il popolo lametino ma anche per i fedeli della Calabria intera – afferma il vescovo Cantafora -. Il Papa ha parlato a tutti, con un discorso denso di speranza che può essere lievito non solo per la vita spirituale ma anche per quella politica e sociale della nostra terra. Sentirci dire che siamo una regione ricca di risorse intellettuali e di fede, ricevere l’incoraggiamento del Papa e sentirci raccomandare di non cedere alla rassegnazione non può lasciare indifferente la nostra gente».
Da oggi i vescovi calabresi, si riuniranno a Catanzaro per la sessione autunnale della Conferenza episcopale calabra, e nell’analizzare le linee pastorali per il futuro non potranno fare a meno di ripartire dalle parole del Pontefice, che ha mostrato di apprezzare il «lavoro di formazione dei sacerdoti» specie «quelli più giovani», ha invitato il presbiterio a «crescere nella comunione» anche con il vescovo, ha sottolineato come i parroci debbano «valorizzare, con discernimento, secondo i noti criteri di ecclesialità, i gruppi e movimenti» affinché siano «bene integrati all’interno della pastorale ordinaria della diocesi e delle parrocchie, in un profondo spirito di comunione» e ha benedetto «gli sforzi di quanti, sacerdoti e laici, sono impegnati nella formazione delle coppie cristiane al matrimonio e alla famiglia».

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