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IL 9 settembre del 2009 Vito Santarsiero riceve alcune comunicazioni dalla
Regione. Nonostante le premesse del tavolo tecnico che si era tenuto
qualche giorno prima sul progetto di ampliamento della discarica di
Pallareta gli uffici del dipartimento Ambiente censurano l’amministrazione
del capoluogo. Scrivono di inquinamento e di comportamenti molto gravi.
L’assessore Vincenzo Santochirico minaccia di commissariare il Comune se
non seguirà alcune prescrizioni entro 20 giorni, e la notizia arriva subito
ai giornali. Dopo un giro di consultazioni con l’ex direttore dell’Arpab
Vincenzo Sigillito, Erminio Restaino più tecnici e funzionari di Comune e
Provincia, il sindaco di Potenza decide di investire della questione il
governatore Vito De Filippo (in foto). Parla di comportamenti immorali, del rischio di un commissariamento di tutta la Regione, del trattamento preferenziale che sarebbe stato riservato in casi simili ad altri soggetti pubblici e privati, e del sospetto che si vogliano favorire soluzioni diverse per lo smaltimento dei rifiuti del capoluogo.

S: (.) sono uscito ancor più sconcertato vedendo gli atti e le cose. Cioè
Vincenzo è stato proprio di una inadeguatezza e una immoralità totali. Io
mò preparo una nota di risposta, ve la farò vedere prima, però Vito, se
vuoi la mia sensazione chi deve stare attento – anche alla luce delle
chiacchierate che ho avuto con tecnici e con esperti come Salvatore Masi –
sei tu. Perchè il rischio non è il commissariamento del Comune di Potenza,
il rischio è il commissariamento della Regione. Qui si continua a
scherzare: io ricevo dal sindaco di Salandra cioè, continuamente azioni
tendenti a non far scaricare, a far esplodere la situazione. Oggi mi manda
una lettera che «sì, puoi venire però siccome io mi sono comprato un
trituratore che inizia a lavorare il primo gennaio, tu da oggi mi devi
pagare di più perchè mi sono comprato il trituratore». Piero Lacorazza mi
manda una nota che mi impone di fatto di fare, di mettere il trituratore a
Potenza perchè mi manda a Lauria, dove devo triturare. devo mandare.
rifiuti già triturati. Io sono convinto che martedì a Salandra non ci
andremo noi del Comune.
D: Senti però ti posso dire una cosa? Non dobbiamo fare sempre. mò al di
là della nota, Vito (…)
S: Sì, va bene. Io intanto gli faccio la cosa dopodichè, Vito, ti (.)
D: Nooo, ma a parte la nota, lo puoi chiamare. Non… non vi potete
sentire?
S: No, (.) prima la lettera. Gli devo. prima gli devo rispondere poi dopo
lo chiamo.
D: Che gli devi rispondere, fammi capire?
S: No, te la faccio leggere prima, non ti preoccupare, Vito (.).
D: Ma gli rispondi sulla stampa?
S: No, che sulla stampa, nella lettera. Che non rispondo sulla stampa, non
ti preoccupare. Gli devo fare una lettera, la vedrai prima.
D: Non lo so se questi vogliono giungere proprio a questo risultato. Può
darsi pure.
S: Vito, devi stare attento. Anche perchè loro mi contestano situazioni
che sono quelle di Potenza, dove il sito è governato, è sotto controllo. Io
il sessanta percento, cioè quello che dice la letteratura tecnica, della
pioggia, la. la… la… È trasformata in percolato che pago profumatamente
per smaltire. Io ti do alcuni dati: ci sono discariche, compresa quella di
Salandra, dove di percolato se ne produce poco e niente. A Maratea zero
percolato, piove il doppio di Potenza. A Matera zero percolato. La Regione
ha fatto due studi di caratterizzazione ambientale di cui uno a Calvello,
certificando il danno ambientale dovuto all’inquinamento di falda. Non
hanno mai fatto niente. Cioè, se queste cose cominciano ad esplodere, Vito.
Perchè come sto reagendo io che a questo punto – anche con un po’ di
competenza e di saper dove chiedere – vedo tutto… cominciano a venir
fuori queste cose… La situazione esplode. Non la governi più.
D: Senti, ma che cosa, che cosa scrive in questa lettera sostanzialmente?
S: Lui, a parte il fatto che mi chiede un commissariamento che non può
fare, perchè tu fai un’ordinanza, non metti un euro (…) le inadempienze
del comune di Potenza, io vi dimostrerò, non ci sono. Io terminerò dicendo
«ancora non ho capito voi della Regione che cosa volete fare». Gli
dimostrerò dove sono state le perdite di tempo: un anno di tempo dietro
quel pazzo di Salvatore Lambiase (responsabile dell’Ufficio compatibilità
ambientale della Regione, ndr) per sapere dopo un anno che dobbiamo fare la
procedura di Via e non lo screening. Dopo un anno me l’hanno detto.
Dopodichè mi faccio uno studio tutto a carico mio sulla caratterizzazione
del sito, lo contestano nonostante me lo faccio fare dall’università,
dovresti parlare con Salvatore Masi per farti dire. E ancora oggi
mantengono delle incertezze. Per cui io gli farò una nota ricordandogli
tutte queste cose. chiedendogli che ancora oggi la Regione non scioglie i
nodi, dicendogli esplicitamente che ho la sensazione che questa discarica
non la volete far fare, per cui diciamo che non si fa e per noi non è un
problema purchè ci dite dove portiamo i rifiuti. Ho la sensazione che,
insomma Vito, quello dei rifiuti è un mondo di grande interesse, dove meno
discariche ce ne sono più le poche hanno.
D: Sì, ma, ma non possiamo provare a fare un incontro? Pure con me?
S: Dopo che ho scritto. La mia sensazione è che in maniera strumentale.
D: Ma a che serve fare questa lettera ora, se serve ad accendere il mondo
un’altra volta.
S: Ma no, la lettera è una lettera istituzionale. Io gli rispondo solo. Io
gli rispondo, non faccio nè comunicati stampa nè niente. Anzi, nella
lettera gli dirò: «caro assessore, sono anche sorpreso del fatto che io
prima di ricevere la lettera, i contenuti li ho trovati sulla stampa». Ma
lui non può pensare di aver fatto un’operazione di questo tipo e uscirne
indenne. È un fatto istituzionale. Io devo difendere, devo difendere il mio
ruolo istituzionale, il fatto che sono il sindaco, devo difendere il
Comune, le cose che facciamo quotidianamente. Non faccio nessun comunicato
e nessun atto (…)
D: Ma la lettera, diciamo, le cose che lui ti chiede sul progetto gliele
dici?
S: Certo, tutto. Gli dico tutto, sì, sì. Ma te la faccio leggere prima,
Vito, non ti preoccupare. Non mi muovo per creare danni, non ti
preoccupare. Però per chiarire e fare emergere delle contraddizioni forti
che lui ha, sì. Cioè, Vincenzo. Devono capire che su questa vicenda io
rileggo in maniera diversa un anno di incontri con lui, un anno di
ostacoli, un anno di tentennamenti, un anno nel quale ho… ho toccato con
mano l’ostruzionismo evidente di questi. Cioè, lì si cercava il pelo
nell’uovo, si cercava la frase sbagliata, si cercava la cosa che non
andava. È stata un’esperienza traumatica. Mò, da due – tre mesi che mi sono
ripiegato a leggere le carte e seguirle in prima persona, è evidente che ne
ho una visione completamente. e un’idea completamente diversa di quello che
è successo. E quindi, su questa cosa è bene che mò te la segui tu in prima
persona.
D: Va bene.
S: E non, non può restare lui inerme così, lasciando andare le cose,
scaricando sugli altri. e, se debbo essere un po’ maligno, immaginando di
favorire altri percorsi, altre situazioni.
D: Va bene, scrivi sta lettera e ci sentiamo (.)
S: Non ti preoccupare, lunedì mattina la vediamo insieme.

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