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MATERA – A 24 ore dall’onda assassina che ha travolto la Golf bianca di Carlo Monitillo la speranza che rimane è ormai quella di poter dare sepoltura ai corpi della moglie dell’uomo Rosa di 44 anni e del suocero Carlo Masiello di 86.
I due, ormai dispersi da domenica sera, non erano riusciti a mettersi in salvo mentre la contrada Cicolocane veniva invasa da una massa enorme di acqua e fango. Il buio ha interrotto, anche ieri, le ricerche mentre con il passare delle ore si chiarisce definitivamente la dinamica dei fatti, ricostruita dai carabinieri del comando provinciale di Matera coordinati dal comandante Paolo Sambataro. La luce del mattino, ieri, ha consegnato un’immagine spettrale, immobilizzata dal fango che durante la notte si era asciugato trasformandosi in un tappeto difficile da sollevare. Le ricerche si sono divise su tre tronconi del canale che si sviluppa fino a raggiungere la Gravina. Il primo è quello in cui è avvenuta la tragedia, controllato dalle squadre speciali dei vigili del fuoco che si sono recate anche nel secondo, il prolungamento del viale del cimitero nuovo , il terzo è quello che costeggia il cimitero nuovo in contrada Pantano (dove si sono concentrati gli uomini della Protezione civile, di Legambiente e del soccorso alpino).
Ieri mattina gli uomini dell’Arma hanno ascoltato, dunque, Carlo Monitillo con il quale hanno ricostruito, prima nella zona in cui è avvenuto e poi in caserma, le fasi della tragedia.
L’uomo ha raccontato che, preoccupato per le condizioni del tempo che stavano peggiorando, intorno alle 18 di domenica ha suggerito al gruppo di amici che si era riunito nel casolare di contrada Cicolocane, di fare ritorno ad Altamura.
La sua auto è stata l’ultima a lasciare la zona. Monitillo si è ritrovato con l’auto ferma, ma con il motore acceso, ha tentato di sbloccarla a marcia indietro ma, ha raccontato agli investigatori, è riuscito a percorrere solo pochi metri. A quel punto ha telefonato al 118 e poi ai carabinieri per chiedere aiuto. Infine si è rivolto ad un amico che abita nei dintorni che lo ha soccorso con il suo trattore, l’unica possibilità rimasta per evitare di rimanere nell’acqua. Carlo Monitillo è uscito dal finestrino dell’auto ed è riuscito a portare con se’ le sue nipotine gemelle, facendole salire sul trattore.
Il peggio, purtroppo, deve ancora arrivare; l’onda di acqua e fango, mentre la Golf bianca era ancora in bilico, travolge Carlo che cade nel canale e, spinto dalla furia dell’onda, viene travolto per circa 30 metri. E’ un appiglio di fortuna, un ramo o una canna, a salvargli la vita. Si aggrappa con tutte le forze che ha e subito dopo, un’altra ondata lo sbatte sul ciglio della strada mentre la sua auto in cui ci sono ancora sua moglie e suo suocero, ormai in balìa del fango, gli passa davanti agli occhi. Troppo tardi per fare qualcosa.
Le ore successive sono quelle delle ricerche, dell’idea sempre più lontana di poter riabbracciare i propri cari, della violenza dell’acqua e del fango che si è acquietata ma non ha restituito quei corpi.
Da domenica sera nessun uomo si è risparmiato: Vigili del fuoco, protezione civile, volontari di Legambiente, carabinieri cercano senza sosta, aprono l’intricata rete di canne e rovi nei canali, scandagliano piccoli torrenti in attesa di un segnale che non arriva, nonostante anche gli elicotteri di Vigili del Fuoco e carabinieri abbiano sorvolato la zona della tragedia per tutta la mattina.

Il comandante dei Vigili del fuoco di Matera, Biagio Barisano, in mattinata aveva spiegato: «A piedi stiamo percorrendo i due lati del canale, alcuni uomini lo stanno controllando con un gommone». E’ toccato alla sorella di Rosa, poi, controllare se il borsone trovato nel fango fosse quello che si trovava nell’auto. Piccoli segnali di una vita interrotta improvvisamente e drammaticamente in una domenica tragica.
Sotto il profilo delle indagini, il materiale fotografico e le ricostruzioni effettuate dai carabinieri, saranno materiale del fascicolo che nelle prossime ore giungerà in Procura a Matera per individuare le responsabilità in merito ad ipotesi di reato.
LA PROTEZIONE CIVILE – A ricostruire gli eventi di domenica è dalla Prefettura il capo di Gabinetto Francesco D’Alessio: «abbiamo ricevuto un avviso meteo che segnalava per 24-36 ore da domenica mattina uno stato di allerta.
E’ stata richiesta la massima vigilanza per i siti a maggiore rischio, un’alta vigilanza chiesta anche per casolari e case sparse. Abbiamo effettuato un monitoraggio soprattutto per quanto riguarda i fiumi, non si sono verificati elementi che hanno riscontrato un innalzamento del livello dei fiumi. La situazione è sembrata sotto controllo. I canali? Non c’è un monitoraggio dei canali che io sappia. Intorno alle 20 abbiamo saputo che vi era questa emergenza in atto, un fatto che giudico assolutamente imponderabile. Abbiamo attivato l’unità di crisi in Prefettura che è stata sciolta solo alle 4 del mattino. L’auto? E’ stato individuata verso la mezzanotte ma solo verso l’una l’hanno raggiunta ed hanno verificato che non vi erano persone a bordo».
Per quanto riguarda il precedente di Valdadige nel quale, proprio in Prefettura, era stata affrontata la questione della manutenzione di quel canale in cui è avvenuto il fatto di domenica D’Alessio spiega: «ricordo che in quella riunione Anas e Consorzio furono invitati ad intervenire, credo sia stato fatto. Ma non so se oggi il canale è lo stesso interessato dal caso Valdadige».
Infine proprio ieri sera la Prefettura di Matera ha comunicato un nuovo stato di allerta meteo che a partire da questa mattina durerà ancora per le prossime 24-36 a cause di alcune perturbazioni che dovrebbero interessare anche l’Italia meridionale.

Antonella Ciervo

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