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Benedetto XVI ha incontrato oggi in Vaticano i superiori e i seminaristi del Pontificio seminario umbro Pio XI, di Assisi, del Pontificio seminario regionale San Pio X, di Catanzaro, e del Pontificio seminario campano interregionale, di Napoli, in occasione del centenario di fondazione. Nel corso del suo intervento ha parlato della vocazione al sacerdozio per la quale occorre «prestare molta attenzione alla dimensione umana della formazione dei candidati al sacerdozio».
«E’ nella nostra umanità – ha spiegato il Pontefice – che ci presentiamo davanti a Dio, per essere davanti ai nostri fratelli degli autentici uomini di Dio», e di certo «chi vuole diventare sacerdote dev’essere soprattutto un uomo di Dio, come lo descrive san Paolo».
Per il Papa, altrettanto essenziale per la formazione dei futuri sacerdoti è una solida preparazione culturale: «Il contesto culturale di oggi – infatti – esige una solida preparazione filosofico-teologica dei futuri presbiteri». «E’ indispensabile l’armoniosa integrazione tra il ministero con le sue molteplici attività e la vita spirituale del presbitero». «Per il sacerdote – ha concluso Benedetto XVI – il quale dovrà accompagnare altri lungo il cammino della vita e fino alla porta della morte, è importante che egli stesso abbia messo in giusto equilibrio cuore e intelletto, ragione e sentimento, corpo e anima, e che sia umanamente integro». A tal proposito, Benedetto XVI ha citato la Lettera ai Seminaristi scritta a conclusione dell’Anno Sacerdotale, che raccomanda ai futuri preti «non soltanto di imparare le cose evidentemente utili, ma di conoscere e comprendere la struttura interna della fede nella sua totalità, così che essa diventi risposta alle domande degli uomini, i quali cambiano, dal punto di vista esteriore, di generazione in generazione, e tuttavia restano in fondo gli stessi».
Secondo il Pontefice, però, «lo studio della teologia deve avere sempre un legame intenso con la vita di preghiera». Dunque, «è importante che il seminarista comprenda bene che, mentre si applica a questo oggetto, è in realtà un ‘Soggetto’ che lo interpella, quel Signore che gli ha fatto sentire la sua voce invitandolo a spendere la vita a servizio di Dio e dei fratelli. Così potrà realizzarsi nel seminarista oggi, e nel presbitero domani, quella unità di vita auspicata dal Concilio Vaticano II».
Anche la grave crisi culturale e sociale del sud è stata al centro del suo discorso: «In Campania e in Calabria la testimonianza delle comunità ecclesiali deve fare i conti con forti emergenze sociali e culturali, come la mancanza di lavoro, soprattutto per i giovani, o il fenomeno della criminalità organizzata». «Le vostre Regioni – ha osservato il Papa – sono ricche di grandi patrimoni spirituali e culturali, mentre vivono non poche difficoltà sociali». Per quanto riguarda l’Umbria, in particolare, Benedetto XVI ha rilevato come la patria di San Francesco e di San Benedetto sia «impregnata di spiritualità», ma «soffre come e più di altre la sfavorevole congiuntura economica». Infine, papa Ratzinger ha esortato le chiese locali a «evitare il rischio del particolarismo» mentre ne ha sottolineato «la valida mediazione tra le linee della Chiesa universale e le esigenze delle realtà locali».

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